Enrico Ruggeri demolisce il governo: “Agiscono come dei pazzi. Sanno solo seminare il panico”
Enrico Ruggeri torna all’attacco del governo. Più duro che mai, continua a suonargliele di santa ragione all’attuale esecutivo. Da giorni fa sentire la sua voce controcorrente: “Fermiamo tutto, chiudiamo tutto per un solo positivo ogni 400 persone”, aveva detto al Corriere della Sera. Aggiungendo. “Siamo una società che non accetta né di invecchiare né di morire”. E’ nell’aria una nuova stretta per contenere il diffondersi del virus, una stretta che sta creando diversi malumori dato che a subire i danni maggiori sono la scuola, la movida e ancora il mondo dello spettacolo. Ed è su questo argomento che si muove Enrico Ruggeri, come leggiamo su la Verità.
Lo sfogo di Enrico Ruggeri
“Gestione dell’epidemia da pazzi”, si sfoga Ruggeri. “E non chiamatemi negazionista”, mette le cose in chiaro. «Faccio un tampone ogni tre giorni, più dei calciatori», ha precisato Ruggeri. E’ ligio: «Rispetto il distanziamento, uso la mascherina e mi vaccinerò, sperando di diventare immune e tornare alla normalità». Ma poi è un fiume in piena. Se «tanta gente muore per il Covid», purtroppo, «tantissima continua a morire di cancro e malattie cardiovascolari. È un dato di fatto». Ma la cosa più interessante è la demolizione del Palazzo che ha gestito l’emergenza Coronavirus. Punto primo: le «risposte» son state «caotiche». Punto secondo, il governo è responsabile di aver «seminato il panico». Un combinato disposto micidiale.
Enrico Ruggeri: “Restrizioni folli”
Quel che sta accadendo ai giovani è sotto gli occhi di tutti, è preoccupato: facendo l’esempio dei suoi due figli entrambi minorenni ragiona così: se «già in una situazione normale un adolescente fa fatica, figuriamoci adesso». Abbiamo «giovani abbandonati davanti a uno schermo come zombie». E poi demolisce la ratio dei i parametri sulla base dei quali si son disposte le restrizioni vigenti. Parlando con Quotidiano.net sia su Twitter, i suoi strali contro l’esecutivo e gli esperti sono evidenti . «Oltre a disinfettarmi e a fare regolarmente tamponi, li faccio fare a tutti quelli che lavorano con me», sono state le sue parole. «Ma se mi dicono che una regione deve fermare tutto (socialità, economia, contatti) se c’è un positivo ogni 400 persone, penso che qualcuno stia impazzendo». Più chiaro di così….
“Io di destra? Sono fuori schema”
Sottotesto: «La salute è un diritto, ma anche uscire di casa lo è. L’aspetto drammatico dell’epidemia è che, per paura di morire, rinunciamo a vivere», ribadisce il concetto. E il governo è reo di avere generato questa paralisi, a suo modo di vedere. Gli chiedono del suo essere «di destra». «La definizione», ha spiegato, «mi accompagna dal 1978, quando incisi con i Decibel l’album Punk. Eravamo vestiti di nero e tanto bastò. Ho le mie idee. Sono fuori schema, dico quello che penso senza protezioni. Così capita di dare fastidio».