Fisco, la tregua è finita: mazzata di inizio anno per gli italiani. In arrivo 50 milioni di cartelle
La macchina del fisco non si ferma. L’Italia è in zona rossa, la crisi sta attanagliando famiglie e imprese, ma l’Agenzia delle Entrate non sente ragioni e ha inviato 50 milioni di cartelle esattoriali. Quasi un “atto” per ogni italiano: sono infatti una valanga le comunicazioni che da lunedì inizieranno a piovere sui contribuenti dopo il blocco delle cartelle deciso all’inizio dell’emergenza Covid. La tregua è finita.
Fisco, in arrivo atti di riscossione
Come spiega il Giornale, da una parte ci sono gli atti di riscossione – 35 milioni – e dall’altra accertamenti e lettere di compliance. Ovvero comunicazioni bonarie con cui l’ amministrazione finanziaria comunica al contribuente alcune irregolarità, per invitarlo a regolarizzare la sua posizione con il Fisco.
Matteo Salvini ha attaccato. «Sono in partenza 30 milioni di cartelle esattoriali, sarebbero la mazzata finale», ha scritto su Facebook. «Proposta concreta della Lega, già depositata in Parlamento: pace fiscale, rottamazione, saldo e stralcio. Basta con litigi e chiacchiere, se c’è un governo governi e aiuti gli italiani, se non sono capaci si facciano da parte. #stopcartelle».
È il “virus della riscossione” che «tornerà a circolare nel nostro Paese», ha spiegato, dal canto suo, Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia. «Gli italiani verranno subissati dalle richieste di denaro da parte dell’Agenzia delle entrate. Come se i problemi legati alla crisi economica in atto si dissolvessero magicamente nel giro di una notte. Assurdo».
Riscossione coattiva
Come si legge sul Sole24Ore, la sospensione delle cartelle esattoriali non rientra tra le mille proroghe del decreto di fine anno. Il governo e i Comuni riaccenderanno dalle prossime ore i motori della riscossione coattiva e non solo. Anche l’Agenzia delle Entrate riavvierà la macchina per notificare atti di accertamento. Pignorare stipendi e conti correnti e, per contribuenti con debiti superiori a mille euro, bloccare la possibilità di compensare eventuali crediti d’imposta. Intanto, come si legge su Libero, è già stata prevista la possibilità di rateizzare gli importi, ma è chiaro che a molti non basta.