La protesta dei ristoratori come l’invasione di Capitol Hill? Salvini sbotta: ed è caos in tv (video)
La protesta dei nostri ristoratori come l’invasione di Capitol Hill? Salvini sbotta: ed è caos in tv. Lo scontro acceso tra Simona Sala e l’ex ministro della Lega tracima dalla tv ai social. Dove, a seguito dell’aspro confronto televisivo, il leader del Carroccio commenta: «Ad ascoltare questi folli paragoni da una direttrice della “tivù pubblica”. Pagata con i soldi del canone di tutti gli italiani, è servita una grande dose di pazienza»… Uno degli ultimi post di Matteo Salvini sui propri account social riassume in poche battute l’ultimo, strumentale attacco consumatosi in diretta televisiva su Raitre. Quando, in collegamento con il programma di approfondimento politico Titolo V, Salvini si è ritrovato a dover arginare l’attacco di Simona Sala, direttrice del Giornale Radio Rai 1. Impegnata in un iperbolico collegamento tra l’invasione di Capitol Hill e le manifestazioni pacifiche dei ristoratori. I quali, proprio venerdì sera, hanno aperto i loro locali in segno di protesta con i provvedimenti di Giuseppe Conte.
Salvini, ristoratori dissidenti come i manifestanti Usa? E scontro in tv con Simona Sala
Un dissenso civile, quello dei ristoratori, che per far sentire la loro voce contro la chiusura indiscriminata, hanno alzato le saracinesche. Ma solo fino alle 21.45. Quando poi, in ossequio al coprifuoco, hanno nuovamente chiuso. Matteo Salvini ha appoggiato la protesta pacifica del ristoratori. Che però, nel confronto tv con la direttrice Sala, diventa occasione di polemica politica e di scontro mediatico acceso. Un debordante momento di polemica che, ancora una volta, ha tirato in ballo pretestuosamente i fatti del Congresso americano. Con la direttrice del Giornale Radio Rai 1 che, armata di retorica buonista, è partita lancia in resta per sferrare l’ennesimo colpo sotto la cintura dichiarando: «In questo momento in cui le persone sono davvero disperate, forse appoggiarle nella decisione di non rispettare la legge, è un cavalcare una rabbia giusta. Sappiamo che cavalcare la rabbia può portare a delle cose, come abbiamo visto a Capitol Hill. Senza arrivare a quello, però, le persone – sono d’accordo con lei – sono disperate», ammette la stessa Sala. Propinando l’ennesimo parallelismo forzato tra quanto accaduto in Italia e quanto verificatosi a Washington.
Un paragone strumentalmente reiterato, improvvido e forzato
Ma paragonare i poveri ristoratori vessati a suon di dpcm con i manifestanti che hanno messo a ferro e fuoco la sede del Congresso di Washington non solo è fuori contesto, ma anche oltremodo irrispettoso nei confronti di una intera categoria professionale che, al danno della chiusura, ha dovuto aggiungere anche la beffa dei mancati aiuti promessi. E così Salvini, visibilmente spazientito dal dover rimarcare ancora una volta il paragone improvvido e forzato, ha replicato risentito: «Tirare in ballo quello che è successo al parlamento americano non le fa onore. Lei dirige la radio pubblica con il canone dei cittadini. Paragonare quello che accade in Italia alle scene vergognose che abbiamo visto negli Stati Uniti è una sciocchezza».