
L’esordio di Saviano sul “Corriere” bocciato da social e giornalisti: «Il nulla, tutta aria fritta»
“L’esordio di Saviano sul Corriere: le mafie, l’usura, il Covid. Duecento righe di allarmi, sospetti, teoremi, senza una sola storia con nome e cognome, senza un solo fatto verificabile. La mafia declinata al plurale perché le mafie sono un guadagno certo. Non solo per i mafiosi”. Nel tweet di Alessandro Barbano, già direttore del Mattino ed ex vicedirettore del Messaggero, è racchiusa la sintesi di una video inchiesta pubblicizzata da giorni da Rcs.
Saviano sul Corriere, Sgarbi lo liquida: “Un monologo sul nulla”
Il titolo era roboante: “Così l’usura delle mafie soffoca l’economia al tempo del Covid”. Ma la videoinchiesta di Saviano, per usare un eufemismo, non ha appassionato i lettori.
Infatti, il tenore dei commenti sui Social è molto critico. Tra i pareri celebri, spicca quello di Vittorio Sgarbi. “E questa sarebbe un’inchiesta? Senza citare una sola azienda, un solo imprenditore, un solo caso? Un lungo monologo di un retorico opinionista, tra frasi fatte e luoghi comuni”. I commenti di folower meno noti non si discostano di tanto.
Michele L. scrive: “Ho letto l’esordio di Saviano sul Corriere, si vabbè ma la notizia dov’è? Stesse parole di sempre, che alla mafia e al malaffare, faranno solo ridere”. E ancora un’altra utente osserva. “L’usura dei clan può divorare le aziende in crisi”. Certo che se non fosse stato per #Saviano, neo collaboratore del #Corriere, non l’avremmo mai immaginato”.
I follower sfottono Severgnini: “Ora spacci fuffa per giornalismo”
Un coro di commenti sarcastici. “No dai non lo avevamo capito che pensiero profondo. Perché il Covid è anche una pandemia economica #Saviano, prima videoinchiesta al Corriere”.
C’è poi chi accusa lo stesso autore di Gomorra di essere omertoso nei confronti del governo. “Saviano ci racconta di quanto sia brutta e cattiva la mafia che ‘soffoca l’economia’. Non una parola su questo Governo criminale che con politiche scellerate ha consegnato le nostre imprese nella morsa tentacolare della criminalità organizzata”.
Tra i giornalisti del Corriere della Sera, uno tra i pochi a condividere su Twitter l’inchiesta di Saviano è Beppe Severgini. Il vicedirettore non aggiunge alcun commento. Un follower gli chiede perfido: “Beppe, che si prova nello spacciare il qualunquismo più fuffarolo per giornalismo?”.
L’ex inviato del Corriere: “Saviano ignora le basi del giornalismo”
Decisamente caustico, invece, il commento su Facebook di Gianni De Felice, storico inviato del Corriere della Sera, per anni tra le colonne portanti del giornale di via Solferino.
“Sappiamo già tutto della mafia – scrive De Felice – tranne l’indirizzo di Matteo Messina Denaro e come si cancellano le cosche dalla faccia della terra. Ma per il suo esordio sul Corriere della Sera, il prestigioso mafiòlogo Roberto Saviano ha voluto premiarci con una straordinaria rivelazione: “L’usura dei clan può divorare le aziende in crisi”.
Mi sono dato una gran manata in fronte, dicendomi: meno male che il Corriere ha assunto Saviano e meno male che Saviano abbia voluto esordire con questo scoop, altrimenti non avrei mai saputo che la mafia campa anche di usura.
Ma mi sono anche ricordato che, quando dirigevo un giornale, vietavo rigorosamente i titoli con il “può”: l’Inter può vincere, Nibali può conquistare la maglia rosa. Avvertivo: siccome tutto è possibile, i titoli con il “può” non sono né un’opinione, né una notizia, sono acqua fresca, sono aria fritta…
All’epoca di Saviano – conclude De Felice – al Corriere, rievocare le regolette del giornalismo serio è decisamente fuori luogo. Come capisco Pierluigi Battista!”