Merkel: la censura a Trump è un problema, non spetta a Twitter dare o togliere la parola

11 Gen 2021 14:09 - di Riccardo Angelini

Angela Merkel considera problematico il blocco dell’account Twitter del presidente americano Donald Trump. Gli operatori dei social network – ha dichiarato oggi Steffen Seibert, portavoce dell’esecutivo tedesco – hanno la responsabilità di garantire che la comunicazione politica non sia avvelenata dall’odio e dall’istigazione alla violenza.

Merkel: solo il legislatore può limitare la libertà d’espressione

La libertà di espressione, in quanto diritto fondamentale di significato basilare, può tuttavia essere limitata solo dal legislatore. Ecco perché la cancelliera Angela Merkel ritiene “problematico” che l’account del presidente Usa sia stato definitivamente chiuso. “È giusto che lo Stato, il legislatore, definisca un quadro per questo”, ha aggiunto Seibert parlando della Germania.

Il dibattito sulla censura social

La decisione di Twitter e degli altri social di censurare Donald Trump ha di fatto aperto un caso sulla libertà di espressione rispetto al quale l’Occidente non può fare finta di nulla. Lo ha sottolineato Pierluigi Battista chiedendosi sul Corriere perché lo stesso trattamento non viene riservato allora a chi comanda con sistemi autoritari e viola le libertà fondamentali.

Cacciari: crisi radicale dell’idea democratica

E lo ha affermato in un’intervista a Repubblica anche il filosofo Massimo Cacciari. Trump – ha detto Cacciari – “continuerà a parlare sui giornali, alle televisioni, è evidente che continuerà a parlare. Mica sto piangendo sulle sorti di Trump. È una questione di principio. Ha dell’incredibile che un’impresa economica la cui logica è volta al profitto, come è giusto che sia, possa decidere chi parla e chi no. Non è più neanche un sintomo. È una manifestazione di una crisi radicale dell’idea democratica e che alcuni democratici non lo capiscono vuol dire che siamo ormai alla frutta”.

Cacciari: il capitalista decide se il politico può parlare?

“Adesso i mezzi con cui uno fa politica, piacciano o non piacciano, sono questi – afferma il filosofo -, io ho smesso anche per questo motivo, non esiste per me. Il mezzo fa il messaggio, il mezzo è il messaggio, come sappiamo da qualche secolo. Che un politico, costretto per svolgere il suo mestiere a usare questi mezzi, possa averne accesso in base a decisioni del capitalista che detiene il potere assoluto su questi mezzi stessi, a me pare inaudito”.

 

 

 

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