Nuovo piano per le pandemie con la postilla choc: con risorse scarse, scegliere chi curare prima
«Se le risorse sono scarse, scegliere chi curare prima». È uno dei passaggi cruciali indicati nella bozza del nuovo Piano pandemico 2021-23. Un documento che affronta anche i problemi etici dell’emergenza sanitaria e che prevede, tra l’altro, la disponibilità di dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari e una riserva nazionale di farmaci antivirali. Insomma, non solo il Covid non rallenta. Ma cambia pure paradigmi etici e approcci pratici delle cure. O meglio, davanti alla evoluzione della pandemia. O alle prese con nuove epidemie, il governo Conte mette le mani avanti: e pianifica di scegliere a chi dare e a chi no vaccini, medicine e sistemi di protezione e cura.
La bozza del nuovo piano pandemico
Dunque, parte così il nuovo pandemico. Con la dicitura che salta agli occhi di tutti secondo cui, se va male, con scarse risorse bisognerà scegliere chi curare prima. Ossia, se sei vecchio, addio cure. Ma che potrebbe significare anche: meglio provare a salvare un soggetto sano rispetto a chi ha un quadro clinico compromesso da malattie pregresse, e così via… «Una frase choc commenta Franco Bechis su Il Tempo – contenuta nella bozza sul piano pandemico che finalmente nel 2021 l’esecutivo ha deciso di aggiornare rispetto a quello esistente. Che nonostante molti trucchi e molti copia e incolla che fingevano di aggiornarlo, è di fatto quello elaborato nel 2006, tre lustri fa».
Il passaggio choc che scatena le polemiche
Un passaggio davvero scioccante, insomma, che nel dettaglio recita precisamente: «Quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne beneficio». La bozza, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute con tutte le misure da adottare in caso di pandemie, prevede anche: capacità di produrre velocemente mascherine e dispositivi di protezione individuale a livello. Possibilità di realizzare in tempi brevi nuovi posti letto in terapia intensiva. Scorte nazionali di farmaci antivirali e formazione continua degli operatori sanitari.
L’etica “aggiornata” alla pandemia?
E sì che nella bozza, un altro passaggio delicato del programma riferisce: «Un quadro di etica è tra le fondamenta delle politiche di sanità pubblica: i principi di etica sono alla base della visione e della pianificazione. Tale quadro deve essere caratterizzato da equità, trasparenza, coerenza. Deve, inoltre, stabilire le priorità e le responsabilità. Una pianificazione eticamente e clinicamente corretta deve mirare a garantire risorse e protezioni giuste ed eque, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili». Ma, perché il punto è proprio il “ma”, il documento prosegue.
E Renzi coglie la palla al balzo
E aggiunge: «Tuttavia, durante situazioni di crisi, i valori etici fondamentali consentono alcune azioni che non sarebbero accettabili in circostanze ordinarie. Ciò non significa, però, modificare i principi di riferimento: occorre, invece, bilanciarli in modo diverso. In condizioni di crisi cambiano le situazioni, non gli standard di etica». Lapidario sulla questione il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, pronto a cogliere la palla al balzo e a rilanciare sulla crisi: «Se ci sono poche risorse, bisogna scegliere chi curare. Ho una idea più semplice. Se ci sono poche risorse, prendiamo il Mes. Ci vuole tanto a capirlo?».