Pedopornografia, la chat degli orrori gestita da minori tra i 14 e i 17 anni: indagati 12 ragazzini

12 Gen 2021 14:02 - di Antonella Ambrosioni
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Un gruppo di ragazzi minorenni, tra i 14 e i 17 anni, residenti in varie regioni italiane, avevano creato un gruppo social su Whatsapp per scambiare foto e filmati pedopornografici. Immagini terribili con bambini costretti a subire sevizie e violenze sessuali. Al tempo stesso nella chat si scambiavano messaggi di istigazione all’odio razziale, con scritti e foto inneggiati al nazismo e al terrorismo islamista. Per questo la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze, sotto la guida del  procuratore Antonio Sangermano, ha indagato 12 giovanissimi.

Piccoli mostri

Nei loro confronti sono scattate le perquisizioni eseguite dai comandanti delegati dei carabinieri in Piemonte, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Basilicata. Molto il materiale informatico sequestrato ai ragazzini, a partire dai loro cellulari. L’operazione “Utistici”, come gli stessi ragazzi indagati avevano nominato il loro gruppo su Whatsapp, è il proseguimento dell’operazione “The Shoah Party”. Altro nome di una chat dell’orrore gestita da minorenni, condotta dai carabinieri di Siena nel 2019. Il tutto dopo la denuncia di una madre che aveva scoperto immagini choc nel telefonino del figlio.

Filmati di bimbi in tenera età

Il gruppo creato su Whatsapp – apprendiamo dall’Adnkronos – coinvolgeva ragazzi tra i 14 e i 17 anni ed anche qualche maggiorenne:  “Tutti originari da diverse regioni d’Italia: hanno attuato un sistematico interscambio, in condivisione di immagini e filmati, inerenti la pedopornografia, con bambini anche in tenerissima età. Costretti a subire e compiere atti di natura sessuale disumani”, spiegano gli investigatori. Nella chat si scambiavano “anche numerosi immagini inerenti l’odio razziale: hanno inneggiato a dittature sanguinarie e stragiste”, come sottolinea il procuratore Sangermano.

Il Deep web

Le nuove perquisizioni hanno portato al sequestro di numerosi smartphone, memorie sd, pc, chiavette usb. Diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico e istigazione a delinquere:  sono queste le ipotesi di reato che ruotano attorno “alla disgustosa chat”, così l’hanno definita gli inquirenti. Chi sono questi “piccoli mostri”? Dalle loro chat è emersa una descrizione dettagliata ed inquietante dei loro interessi. Interessi paralleli ad una vita apparentemente normale di un adolescente: “questa volta nella chat ci sono anche ragazze, le quali spesso con richieste esplicite, non meno ai compagni maschi, interagiscono a pieno titolo sugli argomenti trattati, avendo consapevolezza del disvalore sociale e criminale delle loro azioni”, spiega ancora il procuratore Sangermano.

Molto del materiale detenuto “è proveniente dagli ambienti del web sommerso, conosciuto come Dark e Deep web: ossia quella parte di internet dove solo gli utenti più esperti riescono ad accedere. Infatti lì si trova veramente di tutto, soprattutto illegale e spesso ben oltre i confini della sanità mentale“, conclude il magistrato.

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