Rezza: “Covid fuori controllo. Verifiche sulla variante inglese, ma preoccupa più la brasiliana”
Le varianti e i vaccini. Nel consueto punto settimanale con la stampa sull’andamento della pandemia, l’attenzione dei vertici dell’Iss si è focalizzata su questi due aspetti che, ad oggi, rappresentano la criticità più forte nella lotta al Covid, il cui andamento comunque resta ancora “fuori controllo”.
Le verifiche sulla maggiore mortalità della variante inglese
È stato Giovanni Rezza a spiegare a proposito della variante inglese che “sul dato dell’aumento della letalità annunciato dal governo britannico dobbiamo avere conferme del +30%“. Ma, ha avvertito il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, “dobbiamo essere lesti a identificare le variati e tenere alta la guardia”. Attualmente in Italia “sono state già segnalate alcune decine di casi”, tra link diretto con la Gran Bretagna e focolai. E, “se necessario”, ha aggiunto, bisogna prevedere “anche restrizioni ai viaggi”.
“Tracciamenti impossibili, il Covid resta fuori controllo”
Rezza quindi ha fatto anche il punto sui ricoveri, che “in terapia intensiva sono intorno alla soglia critica, mentre in area medica siamo al di sotto”. La seconda fase, ha spiegato ancora l’esperto, è “meno drammatica, ma l’epidemia è più diffusa in tutto il Paese“. “Nell’ultimo periodo – ha chiarito – c’è stato un picco di incidenza cumulativa, ma, sulla base dell’Rt, non vedremo più accelerazione nel numero di nuovi casi”. I numeri, comunque, ancora non consentono di tracciare i casi. Il paletto sono i 50 casi su 100mila e siamo sopra. Senza tracciamento, non si riesce “ad avere il controllo dell’epidemia” e l’unica strada per il contenimento restano le misure restrittive. “L’epidemia resta in una fase delicata”, ha aggiunto Rezza, quindi “meglio mantenere misure che ci permettono di convivere con il virus”. La variante inglese può incidere su questo fronte? “È un argomento che stiamo prendendo in considerazione”, ha detto Rezza.
L’impatto delle varianti sui vaccini: preoccupa la brasiliana
Oggetto di studio c’è anche la risposta dei vaccini alle diverse varianti che creano maggiore preoccupazione. Quella inglese “sembra che possa aumentare la trasmissibilità, ma non sembra influenzare la risposta al vaccino“. “Sulla sudafricana ci sono due studi contrastanti sulla risposta al vaccino. Preoccupa invece – ha chiarito Rezza – la variante brasiliana su questo aspetto perché sembrerebbe aumentare la possibilità di reinfezioni”. È stato poi Franco Locatelli a chiarire che, comunque, “ad oggi non c’è nessuna evidenza che i vaccini disponibili non offrano copertura rispetto alle varianti di Sars-Cov-2. Il messaggio, in questo momento, su questo aspetto, è assolutamente rassicurante”.
La speranza che Pfizer mantenga le promesse…
Intanto la campagna vaccinale prosegue, con 40mila persone che hanno ricevuto entrambe le dosi. Ma le mancate consegne di Pfizer hanno avuto un contraccolpo considerevole: “Si è passati da punte da 90mila vaccinazioni al giorno attorno all’Epifania a 20-25mila attuali”. Le dosi somministrate finora sono state complessivamente 1.312.000, vale a dire più del 70% di quelle consegnate. Locatelli, quindi, ha confermato che la Pfizer ha comunicato che dal primo febbraio le consegne dovrebbero tornare regolari. “E ci auguriamo che sia così”, ha commentato. Il pronostico è che “alla fine di gennaio l’Italia dovrebbe avere a disposizione intorno alle 2,5 milioni di dosi” per prime e seconde somministrazioni. Inoltre, per il 29 di questo mese è atteso il parere dell’Ema su AstraZeneca, ma anche questo vaccino arriverà in dosi ridotte rispetto al previsto. Di buono c’è, invece, che ci saranno “da lunedì 66mila dosi di vaccino Moderna disponibili nel nostro Paese”.