Ritardi anche da AstraZeneca: inferiori le prime consegne all’Ue per un problema tecnico
Le dosi del vaccino sviluppato da AstraZeneca con l’Università di Oxford che saranno consegnate all’Unione europea, dopo l’approvazione attesa per la prossima settimana, saranno all’inizio inferiori ai volumi previsti, a causa di un problema tecnico nella produzione. Lo ha annunciato la stessa azienda farmaceutica, riporta il Guardian.
«I volumi iniziali saranno inferiori a quanto originariamente previsto a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all’interno della nostra catena di fornitura europea», ha detto un portavoce dell’azienda in una dichiarazione scritta, senza fornire dettagli. «Forniremo decine di milioni di dosi a febbraio e marzo all’Unione europea, mentre continuiamo ad aumentare i volumi di produzione», ha aggiunto. L’azienda non ha chiarito a quanto ammonteranno le dosi iniziali.
AstraZeneca, la conferma anche dal Financial Times
Notizia confermata anche dal Financial Times. Il giornale citando fonti Ue scrive che AstraZeneca ha avvisato i Paesi Ue di attendersi “significativi ammanchi” nelle prime consegne del suo vaccino anti-Covid.
Il vaccino di AstraZeneca, sul quale l’Unione ha puntato molto, dovrebbe arrivare in 100 mln di dosi all’Ue nel primo trimestre dell’anno; secondo il quotidiano britannico, la compagnia potrebbe non riuscire a consegnare neppure “la metà” di quell’ammontare. I volumi iniziali sarebbero più bassi del previsto a causa di problemi in un sito manifatturiero nella catena produttiva europea di AstraZeneca.
L’Oms, il programma Covax
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha annunciato l’accordo con Pfizer per la fornitura di 40 milioni di dosi di vaccino al programma Covax. Promosso dall’organismo Onu per le vaccinazioni anti-Covid in tutto il mondo. Inoltre, Covax ha annunciato che saranno 150 milioni le dosi del vaccino AstraZeneca-Oxford disponibili, appena ci sarà il via libera, nel primo trimestre del 2021. Covax è un’iniziativa multilaterale volta a garantire un accesso equo ai vaccini anti-Covid a livello mondiale. Covax ha sottolineato di essere «sulla buona strada per fornire almeno 2 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid entro la fine dell’anno, compresi almeno 1,3 miliardi di dosi a 92 Paesi a basso reddito».