Sanremo, siluro di Enrico Ruggeri a Franceschini: ma che veti, deve stare dalla parte di chi fa musica
«Il ministro della Cultura dovrebbe stare dalla parte di chi fa musica. La sua decisione va contro». Enrico Ruggeri decisamente rock. E da fervente interista, lancia la bordata e rimette la palla al centro. Il siluro arriva dritto al ministro Franceschini: e fa gol, sfondando la rete, già carica di polemiche e recriminazioni. Nel day after che segue l’esplosione dell’ “affaire Sanremo”. Mentre gli echi della diatriba che coinvolge Amadeus, Fiorello, Franceschini, la Rai il Cts – e che più ne ha, più ne metta – ancora deflagrano nell’aria. E sul cielo dell’Ariston si addensano nubi di tempesta, il celebre cantautore prende posizione in campo: ed è una posizione apertamente critica del veto categorico espresso dal ministro Franceschini alla presenza del pubblico in sala.
Sanremo, Enrico Ruggeri contro Franceschini
Una scelta controversa che ha animato un dibattito aspro, culminato nella durissima reazione del conduttore e direttore artistico del Festival, Amadeus. Che, insieme a Fiorello, ha annunciato proprio ieri la sua disponibilità a cedere il passo e lasciare incarico, oneri e onori. Ma, quella affrontata e commentata da Enrico Ruggeri non è una questione che si esaurisce col Festival e con la diatriba sulla platea dell’Artison. Il cantautore, infatti, che proprio su quel palco ha già trionfato due volte, ha spiegato al Corriere della sera che «i teatri hanno già dimostrato di saper rispettare i protocolli. Quindi dovrebbero tornare a lavorare». Perché, ha poi aggiunto a stretto giro, «fino a che non riparte la musica, termometro della società, non riparte nulla. La fine della pandemia lo decide la gente quando torna a vivere. Come accadde, lo dicono i sociologi, con la peste di Milano».
«I teatri hanno già dimostrato di saper rispettare i protocolli»
E comunque, incalza il cantautore, «la gara va fatta in ogni caso. Sarebbe il minore dei mali. A Sanremo non vai per incontrare il pubblico dell’Ariston, ma per promuovere la tua musica. Dovremmo farlo: beninteso con mascherine e igienizzante». La palla ripassa al ministro Franceschini. Con la speranza che, al netto di come si risolverà la vexata quaestio del Festival, si possa comunque aprire una riflessione seria e pragmatica sul destino di un settore, come quello dello spettacolo, che la pandemia ha messo a dura prova. E su cui la politica del governo, con diktat integralisti, declinati all’emergenza sanitaria, rischia di infliggere il colpo di grazia.