Trump-Biden, ore decisive in Georgia: in ballo la maggioranza al Senato
È in una vigilia rovente che precede il ballottaggio di domani per eleggere i due senatori della Georgia che Donald Trump e Joe Biden si sfidano oggi in un duello a distanza con eventi elettorali rispettivamente a Dalton e ad Atlanta.
Domani si deciderà se saranno i democratici o i repubblicani a controllare il Senato. E, dunque, il clima è infuocato.
Ma, come se non bastasse, su tutto questo grava la polemica per la registrazione della telefonata nella quale Trump chiede al segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, di “trovare” i voti necessari a proclamarlo vincitore alle presidenziali in questo Stato.
La bomba l’ha sganciata sul presidente uscente la Washington Post, uno dei peggiori nemici mediatici di Donald Trump.
Dunque ci sono tutte le condizioni perché gli Stati Uniti – e non solo – stiano con il fiato sospeso.
Peraltro Trump ha concentrato proprio sulla Georgia buona parte delle sue contestazioni del risultato delle presidenziali.
Tanto che, a fine dicembre, ha chiesto le dimissioni del governatore, il repubblicano Brian Kemp.
Trump lo ha accusato di “rifiutarsi di riconoscere che ho vinto alla grande in Georgia”.
In aggiunta due giorni fa ha ipotizzato, su Twitter, che anche il ballottaggio per i senatori della Georgia potrebbe risultare “illegale e non valido”.
Biden, come detto, parteciperà oggi alla chiusura della campagna degli sfidanti democratici, Jon Ossoff e il reverendo Raphael Warnock, in un evento ad Atlanta.
Cioè la città considerata la roccaforte democratica della Georgia che lo ha visto vincitore. Ed è la prima volta di un candidato presidenziale democratico dal 1992.
Nelle stesse ore Trump sarà a Dalton al comizio conclusivo in favore dei due senatori David Perdue e Kelly Loeffler. Entrambi impegnati in un duello all’ultimo voto per difendere i seggi.
I sondaggi degli ultimi giorni non sono sufficienti a sciogliere i dubbi.
E prevedono, anzi, accaniti testa a testa.
Secondo la media dei sondaggi di FiveThirtyEightaggiornata a ieri, i democraticisono in leggero vantaggio.
Ossoff supererebbe Perdue dell’1,8%, mentre Warnock è avanti del 2,2% rispetto a Loeffler.
In effetti i democratici hanno avuto un trend in crescita.
Ma si tratta di un margine ristretto.
Ciò non toglie che negli ultimi giorni l’ottimismo dei democratici è andato via via crescendo di fronte al record di oltre tre milioni di cittadini che hanno votato in anticipo o per posta, cioè i metodi preferiti dal loro elettorato.
Segnali positivi per i dem arrivano anche dal fatto che gli elettori afroamericani– che sono stati la chiave della vittoria di Joe Bidenin Georgia– si stanno presentando alle urne in percentuali ancor maggiori di quelle di novembre. E che il voto in anticipo si sta registrando soprattutto in distretti a maggioranza democratica.
Nelle scorse settimane entrambi i partiti hanno investito milioni di dollari sui propri candidati perché la posta politica in gioco è altissima.
La prospettiva è questa: se entrambi i candidati democratici dovessero imporsi domani, al Senato si arriverà ad una situazione di parità, 50 a 50, che di fatto darà ai dem la maggioranza, perché sarà la vice presidente Kamala Harris ad esprimere il voto nelle situazioni di stallo.
I sondaggi degli ultimi giorni descrivono accaniti testa a testa: secondo la media dei sondaggi di FiveThirtyEight aggiornata a ieri, i democratici sono in leggero vantaggio.
I democratici hanno avuto un trend in crescita, ma si tratta di un margine ristretto. Tuttavia negli ultimi giorni l’ottimismo dei democratici è andato crescendo di fronte al record di oltre tre milioni di cittadini che hanno votato in anticipo o per posta, metodi preferiti dal loro elettorato.
I dem contano molto sugli elettori afroamericani. Che sono stati la chiave della vittoria di Joe Biden in Georgia. E che si stanno presentando alle urne in percentuali ancora maggiore di quelle di novembre.
Oltretutto – altro elemento che fa ben sperare i fan di Biden – il voto in anticipo si sta registrando soprattutto in distretti a maggioranza democratica.
Nelle scorse settimane i partiti hanno investito milioni di dollari sui propri candidati perché la posta politica in gioco è altissima.
Se entrambi i candidati democratici dovessero imporsi domani, al Senato si arriverà ad una situazione di parità, 50 a 50. È questo darà, di fatto, la maggioranza ai dem.
Perché sarà la vice presidente Kamala Harris ad esprimere il voto nelle situazioni di stallo.