Trump pensa al dopo: pronto a fondare il “Partito dei patrioti”. «Ne ha già parlato con i suoi»
Le voci insistenti, i suoi ammiccamenti, le indiscrezioni o anche, semplicemente, l’analisi politica. Tutto da un po’ di tempo a questa parte parla della volontà di Donald Trump di fondare un suo partito. Un’ipotesi che ora che si realizza il passaggio di consegne con Joe Biden sembra diventare davvero concreta. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, infatti, Trump la scorsa settimana avrebbe parlato della fondazione del partito con i suoi collaboratori e le persone del suo entourage. Ci sarebbe anche un nome: “Patriot party”, il partito dei patrioti.
La Casa Bianca non commenta
La Casa Bianca, fa sapere il Wsj, “ha rifiutato di commentare”. Lo stesso quotidiano sottolinea che “non è chiaro quanto Mr. Trump sia serio riguardo alla nascita di un nuovo partito, che richiederebbe un importante investimento di tempo e risorse“. Epperò, lo stesso Tycoon, nel primo tweet dopo i fatti di Capitol Hill, aveva assicurato che “i 75 milioni di grandi patrioti americani che hanno votato per me avranno enorme voce in futuro“, facendo ipotizzare che le voci su un suo partito non fossero poi pure illazioni.
Per il suo partito Trump conta su “una larga base”
Anche il Wall street journal, nella sua analisi, ha sottolineato che “il presidente ha una larga base di sostenitori, alcuni dei quali non erano così coinvolti dalle politiche dei Repubblicani prima della campagna di Mr. Trump del 2016″. Insomma, anche per gli osservatori Trump potrebbe contare su un vasto consenso tutto personale. Resta il tema del ruolo del Gop.
L’opposizione dei Repubblicani e il ruolo del trumpismo
Per il Wsj, che ricorda come “solitamente” i “terzi partiti” non siano mai riusciti a “giocare un ruolo rilevante nelle elezioni nazionali, un nuovo partito di Trump potrebbe facilmente trovarsi a fronteggiare “l’intensa opposizione” dei Repubblicani. Ma questa resta un’incognita alla luce di quel fenomeno inedito che è il trumpismo e che, invece, potrebbe volgere a favore di Trump la rottura che appare pressoché insanabile con il Gop.