Vaccini, guerra tra Astrazeneca e Ue. L’azienda italiana: «La Gb si è mossa tre mesi prima di voi»
E’ caos sulla fornitura dei vaccini, dopo gli scontri dei giorni scorsi con Pfizer oggi è arrivata anche la rottura tra la Ue e Astrazeneca, che si rifiuta di partecipare all’incontro previsto per stasera con i vertici dell’Unione europea. La cancellazione dell’incontro fa seguito alle polemiche sulle presunte inadempienze della casa farmaceutica nei confronti della Ue e all’intervista rilasciata dal ceo di Astrazeneca Pascal Soriot, nella quale il numero uno dell’azienda ha insistito sul fatto che non vi è alcun obbligo contrattuale nei confronti
Il mistero dei contratti stipulati
della Unione europea. Le Ue ha chiesto, invece, ad Astrazeneca di pubblicare i contratti. Secondo un funzionario della Commissione europea citato da Politico, invece della partecipazione all’incontro di stasera, Astrazeneca risponderà in forma scritta al Commissario alla Salute, Stella Kyriakides, che ha chiesto maggiori dettagli sulla vicenda. AstraZeneca non ha al momento confermato questa circostanza.
La società italo-inglese ha replicato alle accuse della Ue sostenendo che la richiesta di forniture è arrivata dalla Gb tre mesi prima della Ue e dunque non può lamentarsi, ma secondo il funzionario della Commissione citato da Politico, la casa farmaceutiva ha in effetti un accordo per “fare il meglio possibile” in termini di consegne, ma ha anche sottoscritto un accordo preventivo che comprende l’obbligo per l’azienda di avere la capacità produttiva per consegnare le dosi previste.
Vaccini, la risposta di Astrazeneca alla Ue
“Anche noi siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette per risolvere i problemi. Appena avremo l’approvazione Ema, l’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia”. Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, parla con Repubblica della produzione e dei ritardi nella distribuzione del vaccino di Oxford, spiegando che “la produzione del nostro vaccino è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni, dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più “raccolto”, altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi”.
Anche nella produzione delle dosi destinate al Regno Unito ci sono stati intoppi: “Ne abbiamo avuti – dice Soriot – ma il contratto di fornitura con il governo britannico è stato firmato tre mesi prima di quello con la Ue. Abbiamo avuto il tempo di prepararci. Il primo contratto di fornitura tra AstraZeneca e il governo Johnson è avvenuto tre mesi prima dell’intesa con l’Ue. Oxford era già in stretto contatto con il governo britannico: si sono organizzati per tempo e hanno avuto una partenza lampo. I problemi in Ue sono stati un caso e di certo non sono intenzionali. Io sono francese, molti dirigenti sono europei, la nostra multinazionale è britannico-svedese: come potremmo mai fare una cosa simile all’Ue? Tra l’altro, al momento, all’Europa va il 17% della produzione totale del vaccino di Oxford / AstraZeneca, nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo”.
La Gb impone il rispetto del contratto
I tre impianti produttivi britannici di Astrazeneca potranno rifornire anche altri Paesi, ma non prima che saranno consegnate al Regno Unito i 100 milioni di dosi previsti. Lo riferiscono fonti del governo britannico citate dal Telegraph. “Questo è un accordo commerciale. Quelle dosi sono per noi e non andranno da nessuna parte, fino a quando i 100 milioni di dosi non saranno consegnati al Regno Unito”, riferisce la fonte governativa, sulla scia delle polemiche suscitate dai presunti ritardi di Astrazeneca nelle forniture del vaccino Oxford all’Unione europea.