Al via le firme del referendum contro la caccia. Berlato: “Colpo mortale alla cultura rurale”

12 Feb 2021 17:58 - di Davide Ventola
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“Ieri è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la notizia del deposito della richiesta di referendum nazionale contro la caccia. Da oggi i promotori dell’iniziativa contro la caccia avranno novanta giorni di tempo per raccogliere le 500.000 firme necessarie all’indizione del referendum nazionale”. Se riusciranno a raccogliere le firme necessarie, nel 2022 ci sarà il referendum. Lo denuncia l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, che è anche presidente dell’associazione venatoria ACR.

“Il referendum contro la caccia? Ci annienterebbe”

“Divieto di utilizzo del piombo in tutta Europa. Sospensione dell’attività venatoria con il pretesto dell’influenza aviaria, sistematica decurtazione dei calendari venatori, dilaganti manie per i parchi che sottraggono territorio agrosilvopastorale utilizzabile con percentuali di territorio che vanno ben oltre i limiti massimi previste dalle normative statali. Attacchi sistematici ai portatori della Cultura rurale su tutti i mezzi di informazione, convocazioni delle sole associazioni animal-ambientaliste da parte del nuovo governo con la costituzione su loro richiesta del Ministero della transizione ecologica, sono solo alcuni dei segnali inequivocabili che dimostrano la volontà di sferrare un colpo mortale alle attività portatrici della Cultura rurale, iniziando dalla caccia”, conclude.

Senza caccia, i cinghiali liberi di imperversare ovunque

Gli effetti di una società che vieta la caccia sono sotto gli occhi di molti cittadini. I cinghiali hanno invaso anche le grandi città, durnte la pandemia. Una invasione provocata appunto dai cacciatori chiusi in casa per il lockdown e gli animali selvatici liberi di riprodursi all’impazzata.

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