Baruffe al tavolo: veti su Orlando e Bonafede da Italia viva, e Renzi non piazza la Bellanova
Il tavolo per i punti del programma del futuro governo si sta chiudendo senza concludere nulla. Dice Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd, in una pausa: “Stiamo lavorando alle conclusioni”. Non il documento scritto invocato da Italia Viva ma il “verbalino” di cui ha parlato Tabacci. Nel tardo pomeriggio è arrivato anche Roberto Fico, per ribadire che entro stasera dovrà in ogni caso recarsi al Quirinale.
Al tavolo sui temi che scottano convergenze lontane
Fonti del Pd fanno sapere che “sui temi della sostenibilità ambientale con la mozione approvata in Senato, e sui temi della scuola con l’esigenza di un rilancio prioritario degli investimenti, si è registrata una significativa convergenza dei gruppi parlamentari presenti al tavolo con il Presidente Fico”. Ma sui temi che scottano davvero, a cominciare dalla giustizia, le convergenze non ci sono.
Renzi: le cose vanno male al tavolo, non ci vengono incontro
C’è un sostanziale arrocco sui temi di merito sui quali non vogliono fare nessun passo in avanti… Così la vede uno scoraggiato Matteo Renzi. Durante la riunione con i suoi parlamentari Renzi assicura che fino all’ultimo proverà a chiudere un accordo con M5S-Pd per sostenere un Conte ter, ma le trattative -sostiene- non stanno andando bene, perché sui contenuti piddini e grillini non vengono incontro alle richieste di Italia Viva.
Pochi spiragli, Fico riferisce stasera al Quirinale
Tutto, insomma, è appeso a un filo. Pochi spiragli per uscire dallo stallo. L’accordo sembra difficile sia sui contenuti, sia sugli assetti, avrebbe spiegato l’ex premier, rivelando che a proposito del riassetto della squadra di governo ci sarebbe, in particolare, un veto su Teresa Bellanova al ministero del Lavoro. Per Renzi insomma allo stato, avrebbe sottolineato secondo quanto raccontato da vari presenti all’incontro, non ci sarebbe nessuno passo in avanti sul Mes e sulla prescrizione.
Veto sulla Bellanova, e Renzi non vuole la coppia Orlando-Bonafede come vicepremier
E ci sono veti anche da parte di Renzi sui nomi che gli sono stati proposti come vicepremier. “Lo schema avanzato da ambasciatori Dem al quale il senatore di Rignano ha detto di no al momento sarebbe questo – scrive Huffington Post – due vicepremier politici, uno ai pentastellati e uno per un uomo del Nazareno, entrambi con deleghe pesanti. Le ipotesi che più circolano al momento nel frullatore di Palazzo sono quella di Andrea Orlando, che avrebbe il proprio ufficio a Palazzo Chigi incassando però anche il ministero dell’Ambiente. E soprattutto quella di Bonafede, che andrebbe a ricoprire il ruolo che fu di Luigi Di Maio, ma che continuerebbe ad avere un peso specifico nel governo andando a guidare un dicastero di peso, come prima opzione l’Interno”.