Caro Montanari, essere cresciuti nel FdG non è un marchio di infamia. Ma motivo di orgoglio (video)
Con un certo stupore, non privo di commiserazione, abbiamo ascoltato Tomaso Montanari, storico dell’arte, fare le pulci al governo Draghi con un’argomentazione manichea. “Nel governo c’è Giorgetti, il commercialista della Lega, uno che è cresciuto nel Fronte della Gioventù – parole scandite come se stesse rivelando una scomodissima verità – in mezzo ai fascisti…”.
Chi è Tomaso Montanari
Intanto, chiariamo chi è Montanari, il mezzobusto antifà coccolato da Lilli Gruber che lo invita con frequenza settimanale nel suo salotto grondante faziosità e bile. Montanari è uno che dà del falsario a Giampaolo Pansa perché avrebbe equiparato col suo Il sangue dei vinti fascismo e antifascismo. Montanari è uno che applaude i vandali che hanno imbrattato di rosso la statua di Montanelli. Ancora, è uno che chiama Giorgia Meloni la “sora Meloni” e condivide gli asini che sul Fatto scrivono che per FdI ci vorrebbe lo schioppo. Un fazioso paladino della cancel culture, un’evoluzione della specie degli eskimi in redazione che ora stanno su Twitter e spopolano nei salotti radical chic. Un partigiano da tastiera cui bisognerà dire grazie se ritorneranno le violenze stile anni Settanta.
Cos’è stato il Fronte della Gioventù
Figuriamoci se abbiamo voglia di spiegare a lui cos’è stato il Fronte della Gioventù. Però, poiché quell’organizzazione politica ha avuto i suoi martiri, Montanari deve dosare le parole quando ne parla e stare attento. Non sta parlando di una cosca di Corleone, non sta parlando della Loggia P2, non sta parlando di una conventicola di esaltati. Il Fronte della Gioventù era una organizzazione giovanile di un partito, il Msi, che ha sempre fatto parte del Parlamento dal lontano 1946 e che ha espresso una classe dirigente degnissima. Nessuna ombra ha mai gravato sul FdG e averne fatto parte è motivo di orgoglio e non certo circostanza di cui vergognarsi.
Il Fronte degli anni Ottanta dove è cresciuto Giorgetti
E in particolare il FdG degli anni Ottanta, in cui Giorgetti è cresciuto, era una fucina di creatività su questioni all’epoca all’avanguardia: dalla bioetica alla procreazione assistita, dall’ambiente al volontariato. E tra i primi obiettivi del Fronte dell’epoca c’era proprio il superamento degli stereotipi del neofascismo, tra cui la nostalgia del Ventennio. Segnò inoltre un salto di qualità dall’attivismo vecchio stile alla militanza consapevole, frutto di studio e approfondimento e lontana dai manicheismi anni Settanta che tanto fanno godere Montanari, evidentemente privo nella sua esistenza di altre soddisfazioni.
Anche Orlando si iscrisse a 13 anni alla Fgci
Ed è anche ora di farla finita con questa ignoranza esibizionista mascherata da indignazione antifascista: se non sai, taci, anziché sparare baggianate. Nessuno si sognerebbe di alzare il sopracciglio per Andrea Orlando, che si iscrisse tredicenne alla Fgci. Figuriamoci se ora ci dobbiamo sorbire le rampogne di un signor nessuno come Montanari per avere militato nel FdG. Tra l’altro in anni in cui solo quel manipolo di coraggiosi si batteva contro i fanatismi ideologici del comunismo tanto caro a questi sottoprodotti dell’antifascismo militante che oggi pontificano in tv. Gente che non dubita mai delle proprie convinzioni presuntuose e saccenti.