Centrodestra, la via maestra è il voto. Meloni: “Nessuna possibilità che FdI sostenga Draghi”
“La strada maestra” restano le elezioni “entro la primavera”. Al termine del vertice seguito alla designazione di Mario Draghi come presidente incaricato, il centrodestra ribadisce che linea non cambia, confermando così anche la propria unità pur nelle sensibilità diverse.
Il centrodestra compatto chiede le elezioni
All’incontro hanno partecipato Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e, via Zoom, Silvio Berlusconi. Erano presenti inoltre Paolo Romani per Cambiamo ad Andrea De Poli per l’Udc. Al termine della riunione è stato Salvini a confermare che “come centrodestra compatto, ribadiamo che la strada maestra sono le elezioni“. Una posizione chiarita già ieri sera da Giorgia Meloni, che sui social ha scritto: “Il Presidente valuta più opportuno rischiare un governo che per due anni avrà molte difficoltà a trovare soluzioni efficaci per gli italiani. Noi, invece, pensiamo sia decisamente meglio dare la possibilità agli italiani di votare, per avere una maggioranza coesa e forte”. Come più volte ricordato in questi giorni di crisi, infatti, non è solo un problema di esecutivo, ma anche di Parlamento. All’Italia serve quella stabilità che è difficile ravvisare nell’attuale fisionomia delle Camere, anche con un nome di peso come quello di Draghi.
L’agenda del centrodestra alle consultazioni con Draghi
Ora, ferma restando la richiesta delle urne, il prossimo passo dovrà essere comunque quello di capire Draghi cosa avrà da dire. Alle consultazioni, che potrebbero svolgersi unitariamente come già avvenuto con quelle di Mattarella, il centrodestra andrà “senza pregiudizi” verso l’ex governatore della Bce, ma presentando un’agenda precisa delle priorità: taglio delle tasse e della burocrazia, piano vaccinale, riforma della giustizia.
In campo l’ipotesi dell’astensione
Poi si valuteranno le mosse successive, tra le quali prende corpo anche quella dell’astensione avanzata da FdI. “Siamo contrari a cambiare la nostra posizione. Per noi l’unica strada restano le elezioni, ma – ha spiegato Meloni – per mantenere unito il centrodestra sono disposta a fare un passo intermedio, concordando con tutta la coalizione una posizione di astensione”. “Sarò chiara. Non c’è alcuna possibilità – ha poi scritto su Facebook Meloni – di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d’Italia al governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione”.
L’unità della coalizione
Dunque, l’unità del centrodestra resta il binario su cui tutti sono intenzionati a muoversi. Anche perché ha già dimostrato di funzionare. “Se siamo arrivati a questo punto, con Giuseppe Conte e il suo pessimo governo che non sono più a Palazzo Chigi, è merito del fatto che il centrodestra è rimasto compatto”, è stato l’esordio di Salvini al vertice. Una consapevolezza che appartiene anche a chi, nella coalizione, è sempre stato più possibilista sulle varie opzioni in campo. Lo stesso Paolo Romani ha confermato: “Ci rivedremo già nelle prossime ore per valutare i contenuti delle consultazioni con Draghi”. Insomma, la linea è chiara: avanti uniti, e con spirito di collaborazione, nell’interesse dell’Italia.