Come s’offrono Zingaretti e Ignoto1 grillino ormai orfani del “nemico” Salvini

10 Feb 2021 14:49 - di Marzio Dalla Casta
Salvini

Un giorno sapremo se ringraziare Giancarlo Giorgetti o lo stesso Salvini dell’avvenuta conversione leghista. Nel frattempo non resta che goderci lo spettacolo di una sinistra spaesata, livorosa e indecisa a tutto. Se il cuore le consiglia di puntare i piedi e rivendicare l’incompatibilità con l’ex-costola di dalemiana memoria, il cervello le ricorda che così volterebbe le spalle a Mattarella. E non si può. Vale anche per i 5Stelle. Entrambi avevano già annunciato il loro prossimo film (il Conte-ter), presentandolo come l’unico possibile. Una sorta di capolavoro neorealista che alla prova dei fatti si è rivelato una modesta pellicola del genere fantasy. Il pallottoliere dei Costruttori si è inceppato mentre il “piano B”, cioè la “maggioranza Ursula” è durata lo spazio di un mattino.

Giallo-rossi in tilt dopo la svolta di Salvini

In pratica, fino a quando il ciak si gira risuonato al Quirinale non ha reso chiaro che il vero film cominciavano a girarlo solo in quel momento. E che il nuovo regista (Mattarella) puntava su un altro protagonista (Draghi) e su altri attori (le forze parlamentari). Diversa anche la trama: governo di tutti, nessuno escluso. Sulle prime Zingaretti e Ignoto1 (il M5s è acefalo) si erano illusi che a cambiare fosse solo il menu e non anche il ragù. E già si leccavano i baffi assaporando la spaccatura del centrodestra, con Berlusconi attovagliato alla loro mensa e gli altri fuori, certi com’erano che solo i forzisti avrebbero risposto all’appello presidenziale. Invece, al presente di Berlusconi si è aggiunto il vengo anch’io di Salvini con conseguente spariglio. Cambio di scena con Zingaretti e Ignoto1 ripetere come un disco rotto la necessità di varare un governo così europeista che più europeista non si potrebbe.

I (falliti) tranelli della sinistra

Il primo si spinge addirittura a invocare nuove «cessioni di sovranità nazionale» in favore della Ue. Così, tanto per ficcare un dito nell’occhio del Capitano. Non gli è da meno Ignoto1, che blatera di «incompatibilità» con Salvini dopo averci governato per più di un anno. Non gli perdonano di aver staccato la spina al Conte1. E Renzi, che l’ha staccata al Conte-bis? È la prova che le tentano tutte. Ma senza fortuna. Salvini fa l’europeista e ha congelato flat tax, condoni, saldi e stralci e ricorsi. Manca solo che chieda ad Angela Merkel foto con dedica da esibire in scrivania e/o in formato tessera per il portafoglio. Insomma, accetta tutto pur di non cadere nel tranello dei due riottosi alleati. Che tutto avrebbero voluto tranne che trovare sul loro cammino altri responsabili più responsabili di loro. E ora, come s’offrono.

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