Contraste – Milano
Contraste
Via Giuseppe Meda, 2 – 20136 Milano
Tel. 02/49536597
Sito Internet: www.contrastemilano.it
Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione da 130 e da 160 euro
Giorno di chiusura: aperto solo la sera, tranne la Domenica che è aperto solo a pranzo
OFFERTA
Contrasti netti e sapori decisi per la cucina di Matias Perdomo, che realizza piatti molto cerebrali ma anche molto emozionali, che possono piacere sin dal primo boccone oppure che si fan “capire” lentamente, regalando sempre un piacevole stupore non solo per l’abbinamento delle materie prime, ma anche per il modo in cui vengono presentati. Non a caso, infatti, l’inizio della cena avviene sempre attraverso una scatola con il buco della serratura posto in alto, attraverso il quale sbirciare dentro, dove tre piccoli finger food, uno più delizioso dell’altro, fanno capolino: una finta fragola fatta di peperone ripiena di tartare di fassone e salsa di vitello tonnato, una sfera di sarda in saor e una crème brûlée di foie gras e fichi strepitosa. A seguire la delicata rosa di scampi su salsa catalana, la finta cipolla di Tropea (fatta di zucchero soffiato come i vetri di Murano) contenente formaggio caprino, o meglio ancora, la tartare di seppia (a forma di onda) ricoperta di salsa di chorizo. Freschezza e acidità nel mosaico di ricciola, in cui i cubetti di pesce erano alternati a cubetti di agrumi, foie gras, nero di seppia e noce di Macadamia, morbidezza e sapore delicato, invece, negli gnocchi di patate con gamberi e crema di mandorle. Esplosione di gusto nel donut “alla bolognese”, una riuscita rivisitazione di uno dei piatti principi della cucina italiana, la lasagna alla bolognese, in cui la forma richiama quella della famosa ciambella americana ma il sapore è nostrano, con il ragù e la besciamella che avvolgono piacevolmente la sfoglia e il ripieno di carne. Nella cucina di Perdomo anche le interiora riescono a trovare il loro ruolo da protagonista (le animelle avvolte da lenticchie fritte ne sono una testimonianza), così come la carne da selvaggina è sapientemente valorizzata (ottimo il millefoglie di fagiano con fegatini e sfoglia sottile all’arancia). Ovviamente anche nel dessert lo chef vuole stupire, ed ecco allora una finta bottiglietta di Campari fatta di zucchero ripiena di crema di ricotta e pistacchio, con il tappino di cioccolato fondente e una granita di Campari e pompelmo a dare acidità, preceduta da un cioccolatino al porcino e da un gelato di foglia di fico, salsa al basilico e pepe di Sichuan. Ma il momento delle coccole finali raggiunge il suo apice con la torta delle rose servita tiepida e con una quenelle di gelato alla vaniglia, dal sapore burroso e l’aroma penetrante. Lievemente sottoestratto il caffè che aveva una piacevole acidità e complessità di aromi.
AMBIENTE
Oltrepassato il piccolo ingresso dove vengono accolti gli avventori, si accede alla sala che si sviluppa in larghezza e crea due ambienti separati, con i tavoli coperti da belle tovaglie sui toni del grigio-tortora (così come le pareti del locale) e da sculture che rappresentano alberi. Sempre di grande effetto il lampadario di silicone rosso.
SERVIZIO
Gentile e professionale.
Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2020 – www.lapecoranera.net