Covid, Galli: “Non sono un menagramo, le varianti aumentano i contagi. Ora c’è pure quella scozzese”
Covid, Galli: «Non sono un menagramo. Sono le varianti che incrementano i contagi e i dati che lo riportano. Ora, poi, c’è pure quella scozzese»… Lo sfogo che l’infettivologo Massimo Galli affida alle colonne del Messaggero trasuda preoccupazione e sdegno non solo per come le sue indicazioni sulla situazione sanitaria vergono recepite e commentate. Ma anche perplessità serie per come la sua disamina sull’epidemia viene accreditata e interpretata. Così, dal quotidiano capitolino, il professore del Sacco di Milano, commenta risentito: «Io parlo sempre a ragion veduta. Dico che ci sono le varianti e mi rispondono che sono un menagramo. Mi fate fare sempre la figura della Cassandra, come se a me facesse piacere».
Covid, lo sfogo di Galli: non sono un menagramo. Sono le varianti che incidono negativamente
Una sottolineatura, dicevamo, che esprime stizza e dissenso che Massimo Galli, che dirige il reparto di Malattie infettive al Sacco di Milano, esprime a chiare lettere al Messaggero. Cosa sta succedendo? «Che io sia preoccupato è evidente. Che la tendenza sia cambiata, in senso negativo, è altrettanto evidente. La ripartenza del contagio in buona parte è l’effetto della variante. E non solo di quella inglese. A Viggiù – spiega – è stata trovata anche quella scozzese. Se la variante inglese, come probabile, si sta affermando. E ha una velocità di trasmissione del 40 per cento più alta, ora c’è da aspettarsi un incremento notevole. E le ricordo che abbiamo avuto i fine settimana in giallo, e questo non ci ha aiutato».
«A fare l’agenda è ancora il virus: il Covid decide per noi»
Ma allora, la domanda sorge spontanea: funziona il sistema dei colori? «I meccanismi con cui cambiano i colori delle Regioni – osserva Galli nella sua replica – non seguono tempi, diciamo, fulminei. Purtroppo i casi di oggi sono i casi di oggi. E influiranno troppo tardi sulle nuove misure determinate dai colori. Quando sei con un Rt attorno a 1, un po’ di più, o un po’ di meno, non sei in sicurezza. La dico in un altro modo: a fare l’agenda è ancora il virus, invece noi speravamo di dettarla noi. Il virus decide per noi». Ma allora, ci dobbiamo aspettare un incremento dei casi in Lombardia e nelle altre regioni dove sta correndo il virus? «Se devo essere onesto, mi sembra che tutti i dati vadano nella direzione dell’incremento dei nuovi casi. C’è chi vorrebbe mettere la museruola ai virologi. Ma per onestà intellettuale e per la competenza specifica, non posso che ribadire che la situazione è in peggioramento».
«C’è chi vorrebbe mettere la museruola ai virologi»
Eppure, prosegue Galli nel suo sfogo, «rischi sempre di essere messo in croce come è successo al collega Ricciardi. C’è quella determinata parola che non si può pronunciare e che invece ora servirebbe». Ed è a questo punto che Galli incalza: «Servono chiusure per 3-4 settimane, certo. Ma serve anche mostrare alla gente che si sta vaccinando velocemente. Il fatto che oggi manchino le dosi è un problema. Bisogna anche puntare sulla produzione in Italia dei vaccini su licenza, perché è prevedibile che la campagna di immunizzazione andrà ripetuta per diversi anni. Ed è anche giusto che tutti i Paesi del mondo ricevano i vaccini: è nel nostro interesse se vogliamo sconfiggere il virus»...