Covid, Palù: «La variante sta prendendo il sopravvento in Italia e finirà per affermarsi»
C’è allarme per la variante inglese del Covid. «Non ha senso parlare di prima, seconda o terza ondata. Il virus non ha mai smesso di circolare. Ora in certe aree del Paese la curva dei casi incidenti certamente si impenna, però a livello nazionale l’andamento è ancora a plateau». Così al Corriere della Sera Giorgio Palù, presidente dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), che, riguardo il focolaio di Brescia precisa che «non abbiamo più bisogno di avvertimenti. Sappiamo già che questo lignaggio virale denominato B.1.1.7 sta prevalendo in gran parte d’Italia oltre che d’Europa. La situazione è comune a molte nostre città dove la variante sta prendendo il sopravvento. Quindi finirà per affermarsi».
Covid e varianti, Palù: «Aumentano i casi positivi»
«Sicuramente stanno aumentando i casi positivi e quindi la possibilità che più soggetti si debbano ricoverare – spiega il virologo – Sappiamo che il virus equipaggiato delle mutazioni indicate come 501Y e 681H si riproduce il 40-50% più facilmente del progenitore cinese, trovato per la prima volta a Wuhan. Non è affatto certo che sia responsabile di forme di malattia più gravi. I colleghi che sono nei reparti al momento non segnalano l’aggravamento del quadro clinico nei pazienti. Un’indagine del Nervtag (l’organismo Britannico sui virus respiratori) che ha misurato la carica virale in soggetti Sars-CoV-2 positivi non ha evidenziato differenze significative fra i casi dovuti alla variante e gli altri».
«Si deve alzare il livello di sorveglianza»
«Dobbiamo abituarci a considerare che il Sars-CoV-2 più circola più muterà in quanto lo scopo del virus è propagarsi il più possibile – spiega Palù – Ed è chiaro che più salgono i casi maggiore è il rischio che, tra questi, un numero più elevato di soggetti debba essere curato in ospedale. Si deve alzare il livello di sorveglianza. Sono stati messi a punto test diagnostici molecolari capaci di individuare le tre varianti che finora si sono rivelate minacciose, l’inglese, la brasiliana e la sudafricana».
Covid, sequenziare il genoma virale
E poi ancora. «Una volta accertato che l’infezione dipende da una di queste tre occorre sequenziare il genoma virale, attività che in Italia finora non è stata molto sostenuta. Sta nascendo anche da noi un consorzio di centri di ricerca dedicato. E poi vanno aumentate le misure di contenimento, il che non significa lockdown generalizzato ma attenersi a restrizioni che limitino gli assembramenti, gli spostamenti, i trasporti, le attività pubbliche compresa la scuola laddove la variante si sta diffondendo».