Crisi, la prescrizione fa arenare la trattativa. Italia Viva gela gli alleati: «Il Conte-ter non è scontato»
La doccia gelata cade sul Conte-ter sotto forma di indiscrezione accreditata da fonti renziane: «Italia Viva non condivide il lodo Orlando». Di conseguenza, «non c’è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale». L’insidioso dossier giustizia sembrava finalmente avviato a soluzione con un’intesa di massima su una proposta dell‘ex-Guardasigilli dem. In pratica, la maggioranza si impegnava a tagliare in un anno i tempi dei processi penali. Nel caso non vi riuscisse, il bisturi dell’intervento avrebbe inciso sui tempi della prescrizione. Sembrava fatta, con anche l’accordo dei grillini, e invece no. Matteo Renzi ha riposizionato il dossier sulla pila dei nodi irrisolti.
Il Conte-ter non decolla
Risultato: il “nuovo” governo Conte non decolla. Resta in pista impegnato in un rullaggio infinito. Non stupiscono perciò più di tanto le parole pronunciate dall’ex-sottosegretario Ivan Scalfarotto ad Agorà, su Rai Tre: «Non sono così sicuro che sia certo un Conte-ter, stiamo ancora discutendo». Parole destinate ad acuire le tensioni tra gli ex-alleati e scatenare il fuggi-fuggi tra i 5Stelle, il gruppo più esposto ai tempestosi venti della crisi di governo. Prova ne siano i tentativi di scissione in corso per dar vita a nuovi gruppi. L’ex-grillino Massimiliano De Toma ne ha appena annunciato uno da posizionare nel centrodestra. «Non ci ha ispirato nessuno», ha risposto a chi intravedeva in questa mossa lo zampino di Matteo Salvini.
Renzi punta a scompaginare il M5S
Ma un altro in via di realizzazione dovrebbe raccogliere l’ala degli irriducibili e si chiama “la Resistenza“. A formarlo sono i parlamentari che non vogliono ri-allearsi con Renzi. Il quale assiste con vivo interesse ai contorcimenti dei Cinquestelle. L’implosione la Balena gialla è il presupposto necessario per liquidare il Conte-ter. Lo stop and go impresso alla trattativa è finalizzato a causare l’incidente di frontiera con il MoVimento per poi dichiarare la propria indisponibilità. Il resto deve farlo la paura delle elezioni anticipate. Solo il terrore di tornare alle urne può consentire all’ex-Rottamatore di tirare la corda senza spezzarla del tutto.