Draghi non si fa dettare l’agenda dai grillini. Top secret sulla salita al Colle. Quote rosa? I partiti tremano
Il puzzle è completo. Anche i 5Stelle saranno della partita. Si sapeva già, ma adesso è ufficiale. Mario Draghi, però, sembra non avere una grandissima fretta. Non andrà in serata al Colle, come alcuni cronisti avevano ipotizzato. Il premier incaricato da Mattarella non parla. Ma lascia capire con i fatti di non essere rimasto appeso per ore all’esito del voto grillino sulla piattaforma Rousseau. L’ex numero uno della Bce, insomma, non si fa dettare l’agenda dai grillini.
Top secret sulla salita di Draghi al Colle
Mentre impazza il totoministri non parla. E il suo silenzio spariglia. Passano le ore e le segreterie dei partiti tremano. Chi potrà godere di una poltrona nel governissimo di ‘alto profilo’?. I ministri uscenti si fanno il segno della croce e sperano.
Il telefono non squilla. Draghi ha appreso il risultato delle ‘consultazioni’ grilline dalla Camera. E ora che fa? Con i numeri ci sa fare. Lo sanno tutti. Ma anche con la politica. Altro che tecnico. “La carta di ieri, con l’ok al ministero della transizione ecologica chiesta da Grillo e giocata via associazioni ambientaliste è un colpo da vero maestro”, osserva un ministro uscente. Per ora non si sa nulla del calendario. Massimo riserbo sui tempi della salita dal presidente Mattarella e dell’insediamento vige il massimo riserbo.
Le quote rossa fanno tremare i partiti
Nel gioco delle caselle del vecchio Manuale Cencelli si inserisce la trappola delle quote rose. Il professore le utilizzerà? Quanto spazio darà alla presenza femminile? In alcuni partiti, Pd in testa, la faccenda rischia di mandare all’aria tutte le previsioni. E le richieste. Tra le ipotesi che rimbalzano nei corridoi del Parlamento la più accreditata è che Draghi voglia una squadra equilibrata anche per la presenza rosa. Fifty-Fifty. Una scelta che manderebbe in crisi i ‘piani’ dei partiti. A cominciare da quello di Zingaretti che conta su tre ministeri con a capo Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, Andrea Orlando.
Il Pd nei guai. Renzi punta sulla Bellanova
Anche per i grillini sarebbe un guaio. Grillo ha già schierato Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli. Buio fitto sulla presenza di Giuseppe Conte. Che sembra aver fatto un passo di lato. Ma non si sa mai, l’avvocato non è nuovo a cambiamenti di idee repentini. Se le presenze rosa dovessero essere ‘obbligatorie’ i pentastellati hanno pronta Fabiana Dadone, ex ministra alla Pubblica amministrazione. Nel partito di Berlusconi le più papabili sono Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini. Il Carroccio potrebbe puntare su Giulia mentre Renzi non fa mistero di volere nuovamente in squadra la ministra dimissionaria Teresa Bellanova in squadra.