Governo, da Salvini un “sì” convinto a Draghi: «La Lega è a disposizione dell’Italia»
La Lega è a disposizione del «professor Mario Draghi». Non ha tradito imbarazzi né ha avuto esitazioni Matteo Salvini nell’annunciare il sostegno della Lega al tentativo del premier incaricato dopo averlo incontrato in delegazione. Il suo è un “sì” a tutto tondo. Soprattutto, è pesante sotto il profilo del consenso. E il Capitano lo sottolinea orgogliosamente: «Siamo la prima forza politica del Paese». E qui non resiste alla tentazione della polemica: «È strano che partiti del 2 per cento dicano “no” a noi». Chiara allusione ai veti di Leu (e Pd).
Salvini: «Non poniamo veti»
Ma Sul punto Draghi è stato chiaro: «A me la sintesi, agli altri il giudizio». Significa che ha già sbaraccato il vecchio teatrino della politica, forte dell’appello di Mattarella «a tutte le forze del Parlamento». Il problema è semmai più di Salvini, costretto a convivere quelli «che mi hanno mandato a processo». Ma poiché «l’Italia viene prima di tutto», aggiunge che «non si può andare avanti a colpi di no». Neppure verso «Grillo, Leu, Pd». Su quello opposto da Giorgia Meloni si mostra conciliante: «Non commento il “no” degli altri. Li rispetto». Salvini assicura di non aver parlato con Draghi di ministeri. «Non li ho chiesti e non li chiederò», si limita a dire.
«Noi a testa alta in Europa»
Il colloquio si sarebbe incentrato sulle cose da fare. E anche da non fare. Sulle prime ha elencato i «soldi alle imprese», la «ripresa del lavoro» e il «tornare a vivere». Tra le seconde, l’«imposta patrimoniale» e «aumento delle tasse». Affrontato, nel colloquio, anche il tema del rapporto con la Ue. «Noi vogliamo far parte di un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta nel nome dell’interesse nazionale», è il suo auspicio prima di ricordare che, nelle relazioni internazionali, la Lega è salda nella sua «collocazione atlantica». Infine, una chiusa un po’ melodrammatica: «Draghi è il futuro dei nostri figli».