Governo, il gran rifiuto di Grillo: «Il M5S resta leale a Conte. No a Draghi». Ma la fronda c’è
Parla l’Elevato, la Guida Suprema, Beppe Grillo per capirci. Il suo ordine è chiaro e perentorio come non accadeva da tempo: «Restare compatti e leali a Giuseppe Conte, no a un governo tecnico guidato da Mario Draghi». Pieno sostegno, dunque, alla linea tracciata subito dopo l’indicazione di Mattarella dal reggente Vito Crimi. Che, a sua volta, l’ha mutuata dall’editoriale di Marco Travaglio. Far naufragare l’ipotesi Draghi per tornare a Conte. In alternativa, le urne. Ma torniamo a Grillo. Il suo diktat piomba in un MoVimento squassato da diatribe interne e accomunato solo dal terrore di tornare alle urne.
Il diktat del Fondatore
È il motivo per cui, a differenza di quanto accadeva in passato, questa volta ad accogliere la sortita del fondatore non sono solo parole di plauso. C’è sì, per dirla con il sottosegretario Carlo Sibilia, «una larga indisponibilità su Draghi», ma non l’allineamento pronto a scattare ad ogni intervento di Grillo. I distinguo interni fioccavano già prima del suo intervento. «Non sono favorevole ad assumere decisioni drastiche o tenere posizioni ferme in questo momento», fa sapere Gianluca Vacca nell’auspicare una non meglio specificata «sintesi». Oggi c’è l’assemblea. Tenteranno di trovarla in quella sede.
L’ex-ministra Grillo: «Sì a Renzi e no a SuperMario?»
I più riluttanti al “no” all’ex-presidente della Bce sono i duri e puri riuniti nella corrente di Parole guerriere. Anche per regolare vecchi conti interni con il gruppo dirigente. Lo fa capire molto bene Dalila Nesci. «Per dire no alla soluzione individuata da Mattarella – avverte – bisognerebbe avere pronta una valida alternativa politica. Chi ha condotto le trattative e ci ha portato sin qui dovrebbe farsi delle domande sul proprio ruolo. Basta giocare a nascondino». Nella sua scia anche l’ex-ministra Giulia Grillo, che definisce «eccessivo» un «no a priori a Draghi». Anche lei invoca un chiarimento interno. E attacca: «Visto che fino a ieri condividevamo un tavolo di lavoro con Renzi, mi fa pensare che per qualcuno nel M5S Renzi sia più responsabile di Draghi».