Gregoretti, Fratoianni scopre l’acqua calda: «Salvini rivendica il respingimento dei migranti»
Non è solo Dio ad accecare chi vuol perdere. Lo fa anche l’ideologia, soprattutto se ex-post o neocomunista. Chiedere per conferma a Nicola Fratoianni, di recente tornato all’opposizione, a differenza di Leu. A sinistra la fa praticamente solo soletto ma non è detto che sia un male. La situazione ha le sue belle convenienze, a partire proprio dalla possibilità di punzecchiare in libertà suoi vecchi compagni. E quale migliore occasione del processo di Catania in cui Salvini risponde di sequestro di persona per le ben note vicende della nave Gregoretti. Oggi proprio c’è stata l’udienza con le escussioni dei ministri Lamorgese e Di Maio. Due testimonianze che a detta di Giulia Bongiorno si sono rivelate «preziose» per il suo assistito.
Fratoianni cerca spazi a sinistra
La prima avrebbe tracciato una linea di continuità tra il proprio operato e quello del suo predecessore (Salvini), il secondo avrebbe confermato che la fermezza sugli sbarchi era linea condivisa dal governo. Sono fatti, gli stessi che, ammoniva Lenin, «hanno la testa dura». Non così per il compagno Fratoianni, che su Catania commenta tutto un altro film. Eccolo: «Ho visto un Salvini recentemente convertito all’europeismo solidale, che continua a rivendicare i suoi comportamenti da ministro dell’interno: cioè respingere e sequestrare migranti. Proprio una bella e sincera conversione». Persino un bambino capirebbe che il leader di Sinistra Italiana parla a Salvini perché altri intendano. Cioè quelli che ora sono in maggioranza con il finto bersaglio dei suoi strali.
I soliti accecati dall’ideologia
Buon per lui che nessuno (tranne cercatori di pagliuzze come noi) si accorgerà che quel che ha detto potrebbe rimbalzargli in faccia come un boomerang. Perché la «continuità» certificata dalla Lamorgese e la «condivisione» testimoniata da Di Maio non sono, politicamente parlando, acqua fresca. I due testimoni sono ministri che Fratoianni ha convintamente appoggiato nel Conte-bis. Lo faceva a prescindere? Non lo indignava la continuità nelle politiche migratorie? E neppure sostenere un premier e un titolare della Farnesina che in precedenza avevano retto il gioco del loro ministro dell’Interno? Evidentemente no. S’indigna oggi perché Salvini rivendica il proprio operato. Cioè per niente. In pratica “vede” quel che non c’è e non il contrario. Accecato, appunto, dall’ideologia.