Il Lazio, la regione rossa di Zingaretti, vuole produrre il vaccino Sputnik: si tratta con la Russia
Il Lazio vuole produrre il vaccino Sputnik. Non solo Zaia, verrebbe da dire. E già, perché l’autarchia in fatto di vaccini sta tentando più di una regione. Al punto che il Lazio, governato da Zingaretti, sta conducendo una trattativa con Gamaleya Research Institute per produrre nel sud della regione il vaccino Sputnik 5. Gamaleya è una società vicina al ministero della Sanità della Russia, e per la produzione si pensa di utilizzare il polo farmaceutico del sud del Lazio.
Il Lazio vuole produrre Sputnik V
Ne scrive oggi Il Messaggero: “L’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato ci sta lavorando – sottolinea Il Messaggero – ma con molta discrezione, l’obiettivo di fondo è costruire l’autosufficienza sul fronte delle dosi a disposizione per non dipendere sempre dagli alti e bassi delle forniture delle compagnie farmaceutiche”.
Anche il vaccino Moderna arriva in ritardo
Più bassi che alti, veramente, viste le ultime notizie: anche le dosi del vaccino Moderna arriveranno in ritardo. Erano date in consegna per questa settimana ma ci sarà uno slittamento.
Il vaccino russo Sputnik è stato sdoganato dalla prestigiosa rivista The lancet. Un imprimatur scientifico che ha trasformato Sputnik V da vaccino considerato di serie B a siero di prima qualità. Così si attende spasmodicamente che l’Ema (agenzia europea del farmaco) ne approvi la messa in vendita nei paesi Ue. Ma il sospirato sì dell’Ema non arriva.
Si attendono i sì di Ema e Aifa
E allora? Allora l’Aifa (l’agenzia italiana per il farmaco) potrebbe imitare l’Ungheria e autorizzare la vendita del vaccino russo solo su suolo italiano. Il Lazio – scrive ancora il Messaggero – è convinto appunto “che se la produzione dovesse avvenire in un’industria nazionale, dove gli standard qualitativi sono garantiti e conosciuti al contrario di quelli russi, le autorità regolatorie potrebbero essere meno fredde”.
Garattini: vaccino anti Covid ogni anno? E’ possibile
E ciò anche in considerazione del fatto che pare che la campagna vaccinale contro il Covid dovrà ripetersi ogni anno. Lo ha affermato Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. “Dobbiamo essere preparati all’ipotesi che ci sia bisogno di fare i vaccini anti-Covid ogni anno – ha detto – come accade per l’influenza, anche se al momento non abbiamo dati precisi sul fatto che le varianti del virus riescano a eludere l’efficacia della vaccinazione”.