Il neo ministro Patrizio Bianchi: “Voglio tutti in classe”. Ma il mondo della scuola lo boccia: “Corre troppo”
“Parole roboanti e fumose, ma alla moda, del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Scuola aperta e inclusiva, personale formato e qualificato, nuove competenze per gli alunni. Siamo già nell’iperuranio post-platonico”. Lo scrive il sito specializzato Tecnica della Scuola, bocciando senza appello il neo ministro dell’Istruzione.
In effetti, Bianchi si è già candidato a ministro gaffeur. Prima gli strafalcioni linguistici, giustificati con l’uso del dialetto. Come se un ministro dell’Istruzione potesse permettersi il lusso di usare termini dialettali. Poi l’intervista di questa mattina a Repubblica, dove si lamenta di dover fare il pendolare. “Il lavoro è tanto e bisogna farlo in fretta. Bisogna dare certezze agli studenti, ai docenti. La mole un po’ mi spaventa. Non sono abituato, arrivato a quasi 69 anni, a vivere lontano da casa tutta la settimana. Sarà un’esperienza stancante”.
Le gaffes iniziali con il dialetto al posto dell’italiano
Se è vero, da una parte, che trovare un ministro meno imbarazzante di Lucia Azzolina era arduo, Bianchi parla come se fosse ancora assessore all’Istruzione della rossa Emila Romagna. “In settimana decidiamo, ho ben presente il bisogno di informazione sulla Maturità. – ha aggiunto Bianchi – Sono arrivato da un giorno, abbiate pietà. So che è stata già fatta una grande istruttoria e ho sempre rispetto per il lavoro realizzato da chi mi ha preceduto. In settimana decidiamo, i ragazzi stiano tranquilli”.
E ancora l’annuncio decisionista. “Riporteremo gli studenti in classe, come abbiamo riaperto le scuole in Emilia dopo il terremoto del 2012. Gli istituti a pezzi erano centinaia, allora. La sicurezza delle scuole, sia pandemica che strutturale, sarà un punto forte del mio mandato. Riporteremo i ragazzi in classe con la giusta cautela e gli investimenti del Recovery Fund”, ha concluso Bianchi.
I presidi a Patrizio Bianchi: “Su maturità e presenza in classe corre un po’ troppo”
Un annuncio che ha già allertato sul piede di guerra sindacati e presidi. “Condividiamo l’auspicio del ministro Bianchi di riportare tutti i ragazzi in classe. Ma bisognerà valutare la fattibilità tecnica di questa ipotesi. La presenza è possibile nel rispetto delle regole di distanziamento”. Lo dice all’Adnkronos Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi ricordando che “abbiamo sempre il problema della inadeguatezza degli edifici e degli spazi che non sono ovunque ottimali”.
E la scuola diffusa nel territorio di cui si parla nel Rapporto finale del Comitato di esperti coordinato dal Ministro? “Ci vuole tempo. Un conto è il piano di sviluppo di un sistema, un altro le tempistiche necessarie per porlo in essere – risponde – Non sono convinto si possa realizzare entro fine anno. Ma bisogna avere visione per poter partire”.
Il ministro dell’Istruzione ha promesso di sciogliere il nodo maturità in settimana: “Serve una linea di rigore rispetto alla valutazione delle competenze ha osservato Giannelli – Non possiamo permetterci di trattare gli studenti senza tener conto del loro impegno, che deve essere premiato adeguatamente”. Insomma, Bianchi per ora è rimandato.