Intergruppo di centrodestra, Salvini apre alla federazione dopo la proposta di Meloni
“Sono stato io che avevo proposto la federazione del centrodestra. Mi avevano detto di no. Ma magari adesso i no si sono trasformati in sì. La ripropongo adesso”. Matteo Salvini, con una larvata polemica, risponde così alla proposta di Giorgia Meloni. Che ha avanzato agli alleati l’idea di dare vita a un cartello a tre FdI-Lega-FI. Un intergruppo. Come risposta costruttiva e ‘rinsaldante’. Dopo la scelta di Salvini e Berlusconi di entrare nel governo Conte.
Salvini alla Meloni: per me va bene federazione
Dopo aver proposto l’astensione per tenere compatta la coalizione anti-sinistre l’ex ministro della Gioventù ci riprova. Fare quadrato, dentro e fuori l’esecutivo, per non disperdere il patrimonio comune. Per il leader del Carroccio “si può fare. Mantenendo la propria identità, chi in maggioranza, chi all’opposizione”.
Sul tappeto quindi diverse opzioni. L’intergruppo, come risposta all’ultima fantasia uscita dal cilindro Pd-5Stelle-Leu. O federazione. La Meloni chiede agli alleati di Lega e Forza Italia di procedere con la prima ipotesi. “Per portare avanti il programma elettorale comune”. Il leader del Carroccio rispolvera la ‘vecchia’ idea di federare il centrodestra. Forza Italia, per ora, non si esprime. Obiettivo comune: rinsaldare l’alleanza, dopo le scelte diverse prese nei confronti del dopo Conte.
Intergruppo o patto federativo, è dibattito
“Penso che l’intergruppo sia utile farlo nonostante il diverso posizionamento attuale dei partiti della coalizione“, ha spiegato la Meloni. “Formulerò questa proposta a Salvini e Berlusconi e mi auguro possa essere accolta”. Nelle scorse ore, Salvini ha provato a serrare le file dell’alleanza, partendo dagli alleati a Palazzo Chigi. Ha incontrato prima il neo-coordinatore azzurro Tajani, poi Licia Ronzulli, responsabile dei rapporti con il centrodestra.
Forza Italia in stand-by. Per ora
Pochi mesi fa, per l’esattezza il 21 novembre scorso, il capo della Lega aveva avanzato l’idea di un patto federativo. A cominciare dai gruppi parlamentari, aveva detto. Per “unire i cuori e le teste”. Per presentare ”proposte concrete comuni al governo” (all’epoca Conte già scricchiolava). Per ”aiutare chi è stato penalizzato dal Covid”. In casa Forza Italia per ora nessuno entra nel dibattito. Nessuno risponde. Ma accadrà presto.