La compagna Castellina boccia le femministe: no alle quote rosa per essere uguali agli uomini
Luciana Castellina, comunista e femminista, si distacca dalla retorica sulle quote. Per lei il fatto che il Pd non abbia fatto nominare nessuna donna nel governo Draghi non è un dramma. Lo dichiara senza mezzi termini in una intervista a Repubblica: «La deluderò, ma non sono mai stata una grande appassionata delle quote femminili: non è che cambia la società se una donna s’ infila nei ruoli maschili». Insomma mentre le donne di sinistra stanno vivendo lo psicodramma delle mancate quote rosa lei, da vecchia femminista, suggerisce di fare altre battaglie.
Castellina: la retorica di genere è superata
La retorica sulla rappresentanza di genere è tutta da cestinare. Il problema è cambiare il modello di società, non diventare uguali ai maschi. In pratica Luciana Castellina rilancia il femminismo della differenza, oggi superato dalle teorie gender che si stanno affermando in nome del politicamente corretto.
Il problema è aiutare le donne a gestire la famiglia
«Il 70 per cento delle donne manager non fa figli – dice ancora Castellina – Il problema quindi è fare in modo che tutte le donne che assumono responsabilità possano anche fare i figli e gestire una famiglia». Come definirebbe la sua posizione? «Semplicemente non m’ interessa essere uguale all’uomo, l’ho capito tardi». Non la pensava così da giovane? «All’epoca tendevo a nascondermi le tette pur di non fare capire che ero una donna». Come lo spiegherebbe oggi a una giovane? «Con il fatto che una bella era spesso considerata anche stupida».
L’Italia non è più maschilista
Inoltre, a suo avviso, l’Italia oggi non è più maschilista. «Al contrario. Gli uomini sono molto in crisi, anche perché le donne hanno imparato a pretendere che la comunità porti il segno della loro presenza».