La rabbia dei 3000 medici a cui Zingaretti cerca di rifilare Astrazeneca: ci rifiutiamo
La rabbia è montata ora dopo ora mano a mano che sulla pagina Facebook degli oltre 3000 medici romani liberi professionisti under 55 arrivavano i post allarmati di chi era in fila al nuovo hub di Fiumicino dove era stato convocato per la vaccinazione e si vedeva rifilare il vaccino Astrazeneca invece che il Pfizer o il Moderna riservati alle categorie a rischio come i medici.
Da giorni si parla di Astrazeneca come una sorta di vaccino di serie B. Ieri l’immunologa Antonella Viola dell’Universita di Padova aveva parlato di sperimentazioni pasticciate per Astrazeneca. E, dunque, si chiedono i medici, perché somministrarlo proprio a noi che siano una categoria a rischio?
E alla fine l’ira è esplosa con un avvertimento: ci rifiuteremo di fare il vaccino.
Molti medici liberi professionisti e under 55 sono furibondi perché si sentono discriminati rispetto ai colleghi del Servizio Sanitario Nazionale.
Il nodo è la differenza che corre fra un vaccino di tipo mRNA, – più efficace – come Pfizer o Moderna e uno non mRNA. come Astrazeneca.
“No al vaccino Astrazeneca per i medici liberi professionisti under 55. Stante le informazioni ad oggi disponibili circa l’efficacia, riteniamo non sia corretto per professionisti che hanno gli stessi rischi del restante personale sanitario ad oggi vaccinato in fascia prioritaria con vaccini ad mRNA“, quali quelli di Pfizer e Moderna, s’inalbera il gruppo di medici liberi professionisti, iscritti all’Ordine di Roma, riuniti nella pagina Facebook ‘Medici ed Odontoiatri Liberi professionisti per vaccinazione Covid-19‘, che conta oltre 3mila iscritti. E che in proposito ha promosso un sondaggio interno dal quale emerge che la maggior parte dei ‘convocati’ intende rifiutare la vaccinazione, visti “i livelli di protezione piuttosto bassi e nessuna efficacia, a quanto pare, su molte varianti in circolazione“.
“Apprendiamo della convocazione di molti colleghi prevalentemente under 55 a cui viene destinato il vaccino AstraZeneca – spiega all’Adnkronos Salute Paolo Mezzana, portavoce e tra gli amministratori della pagina Facebook. – Ma facciamo presente che dalle raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e nella circolare ministeriale sul vaccino AstraZeneca si evince che tra le categorie per le quali è raccomandato ovviamente non c’è il personale sanitario che è intrinsecamente a rischio più alto. In questo modo – denuncia – si continua a creare una discriminazione tra medici del pubblico e medici del privato, pur avendo tutti lo stesso livello di rischio e un ruolo importante nella tutela della salute della popolazione”.
“Noi – aggiunge Mezzana – abbiamo sempre considerato come categoria prioritaria tutto il personale sanitario che opera in prima linea nell’assistenza dei malati Covid, ma una volta vaccinati loro, ora tocca a noi. E con lo stesso livello di protezione“.
“Se il concetto alla base del piano vaccinale è evitare che i luoghi di cura possano trasformarsi in un rischio per la popolazione afferente – ragiona Mezzana a nome dei colleghi – ribadiamo con forza che il medico e l’odontoiatra restano tali indipendentemente dal fatto che esercitino la propria professione con o senza rapporti di dipendenza con il Ssn”.
Da qui la richiesta “con cortese fermezza” che le vaccinazioni dei medici e degli odontoiatri in libera professione “ammessi, come è giusto e ovvio, in fascia prioritaria al pari di colleghi operanti nel Ssn, venga effettuata con vaccino ad mRna (Pfizer o Moderna) secondo le attuali evidenze di maggiore efficacia e che si dia la possibilità a coloro che siano stati già convocati di rifiutare eventualmente la somministrazione di AstraZeneca in favore degli altri vaccini, senza che questo comporti la cancellazione dagli elenchi degli aventi diritto né ulteriori ingiustificabili ritardi nell’accesso al vaccino“.
Insomma all’orizzonte si profila un bel caos sulla somministrazione di vaccini ai medici.
Ma proprio su un eventuale rifiuto, sulla pagina Fb del gruppo di medici liberi professionisti, alcuni dei quali in queste ore sono nell’Hub di Fiumicino, convocati per la vaccinazione AstraZeneca, compaiono già i primi post.
“Sono a Fiumicino – scrive una ginecologa – somministrano esclusivamente il vaccino di AstraZeneca. Ovviamente se si rifiuta la vaccinazione si passa in coda a tutte le categorie e forse ci si potrà vaccinare a settembre con il resto della popolazione…chissà con quale vaccino..”, conclude.
Era stato il Pd Esterino Montino, sindaco di Fiumicino (nonché ex-braccio destro di Marrazzo) a dare incautamente la stura alle polemiche vantandosi, sulle agenzie, con toni trionfalistici da Minculpop del nuovo hub di Fiumicino per le vaccinazioni.
Sciorinando numeri come un piazzista di pentolame alla fiera di paese – “1500 metri quadrati di struttura in un’area di oltre 22 metri quadrati, una capacità di somministrazione di 3000 dosi di vaccino al giorno, 65 cabine, 160 posti a sedere, 330 posti auto, una attività H24…” – Montino , convinto di fare da megafono a Zingaretti, ha infantilmente svelato la fregatura: “Si è partiti oggi con la somministrazione del vaccino anti Coronavirus di Astrazeneca al personale medico under 55, in particolare delle Asl romane…”. Apriti cielo.
La reazione dei medici romani liberi professionisti e under 55 non si è fatta attendere, come si è visto. Minacciando di rifiutare il vaccino.
Ne sono serviti gli appelli dei soliti virologi a tranquillizzare i colleghi in rivolta.
Per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca “lo dico da tempo, dobbiamo necessariamente adeguarci su ciò che peraltro l’Ema ha detto dall’inizio, il vaccino è approvato dai 18 anni in poi senza limitazioni. – dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria. – L’Oms lo ha ribadito, la Germania l’ha approvato fino a 65 anni. Da noi è partita una campagna denigratoria nei confronti del vaccino AstraZeneca, il modo peggiore per un vaccino su cui abbiamo fatto affidamento e non capisco da che parte arrivi. Facciamo di necessità virtù e corriamo anche noi”.
Quello di AstraZeneca “è un buon vaccino e ha la semplicità della somministrazione dalla sua parte – avverte Bassetti – non perché sia semplice è meno valido. La capacità di copertura nei confronti della malattia grave e per il ricovero è del 100% come per gli altri vaccini. Torniamo indietro, riavvolgiamo il nastro e diciamo chiaro che non è un vaccino di serie B“.
Ma sono in molti a non pensarla così. Primo fra tutti un nome di assoluto rilievo come Silvio Garattini. E non è certo l’unico.
Per la somministrazione del vaccino AstraZeneca “non capisco perché non ci si voglia attenere ai dati degli studi clinici. Altrimenti cosa li facciamo a fare se poi ognuno dice quello che vuole?”, si chiede il presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, convinto che ci si debba attenere alle linee guida dell’Aifa che ne raccomanda “l’uso preferenziale per le persone tra i 18 e i 55 anni“.
“Il problema del vaccino AstraZeneca è che è attivo al 60%, quindi – chiede Garattini – vogliamo lasciare i più anziani con un vaccino ad efficacia così bassa? Usarlo per le persone con più di 65 anni vorrebbe dire proteggerne solo il 60%”, l’efficacia dimostrata negli studi appunto.
“Questo rappresenta un rischio – mette in guardia il farmacologo – perché sono proprio i soggetti che vanno più protetti in quanto più vulnerabili. Il vaccino Astrazeneca, invece – conclude Garattini – va utilizzato nelle categorie con bassa mortalità, come sono quelli della fascia tra 18 e 55 anni. Agli anziani lasciamo quelli di Pfizer e Moderna“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus che suggerisce cautela ad allargare la fascia d’età al vaccino Astrazeneca.
“Sull’approvazione dei farmaci di solito non c’è tutta questa pressione e c’è il tempo per valutare i dossier. Ora la situazione è cambiata e c’è urgenza, ma – avverte Richeldi – serve un’attenzione estrema e una cautela nel valutare gli aspetti positivi e i possibili rischi. Sono arrivati diversi vaccini in meno di una anno e dobbiamo essere pronti a valutare gli ulteriori studi che arriveranno. Ma, ricordo, la prima regola dell’Ema, dell’Aifa o dell’Fda è la sicurezza”.
Corre in soccorso di Zingaretti e di Astrazeneca l’esponente Pd e assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
E’ “necessario che il ministero della Salute attivi subito una campagna informativa sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, anche l’Istituto Spallanzani rassicura gli scettici sull’efficacia di tutti i vaccini oggi a disposizione in Italia, compreso quello di AstraZeneca” dice D’Amato. Ma la rivolta degli oltre 3000 medici romani under 55 non sembra possa fermarsi qui.