La sinistra s’innamora di Mara Carfagna, prima ex velina e oggi statista antisovranista
Quando era ministro del governo Berlusconi, Mara Carfagna era guardata con sufficienza se non con ostilità. Bersaglio di battute e gossip esibiti persino nei comizi, col popolo progressista plaudente. Eravamo nel lontano 2009. Ma sono cose note e arcinote alle cronache politiche italiane.
Carfagna si è data una veste istituzionale
Adesso, è tutta un’altra musica. Carfagna non è più l’ex velina, si è via via data una veste più istituzionale, è vicepresidente della Camera, ha abbandonato toni e atteggiamenti da fedelissima di Berlusconi che aveva ai tempi del Pdl. In particolare la sinistra ha cominciato ad apprezzarla quando lei ha contestato il centrodestra a trazione salviniana. Con Renato Brunetta, disertò la grande manifestazione di piazza dell’ottobre 2019 a San Giovanni. Disse che si sarebbe trovata a disagio in mezzo a quelli di CasaPound.
Carfagna eroina dell’antisovranismo
Da quel momento, Carfagna per la sinistra è diventata l’eroina dell’antisovranismo. Lei ha sapientemente costruito una nuova immagine fondandosi sui distinguo: il centrodestra – ha ripetuto più volte – non può limitarsi a inveire contro gli immigrati. E ogni volta che parlava così guadagnava punti nel fronte avversario. Fino a coronare con successo l’operazione criticando il congresso delle famiglie a Verona. Ha persino detto che nel manifesto delle Sardine c’era qualcosa di condivisibile. Tutti si aspettavano lo strappo ma lei è rimasta in Forza Italia, limitandosi a battezzare una fondazione, “Voce libera”, punto di riferimento degli europeisti e liberali azzurri.
La sinistra si compiace per la scelta di Draghi
Adesso che Mario Draghi l’ha scelta come ministro per il Sud a sinistra è tutto un compiacimento. Tutto un rinfacciare a Zingaretti che Silvio Berlusconi ha fatto meglio di lui. Concita De Gregorio scrive su Instagram: “Qui si osserva che la più a sinistra in questo governo è Mara Carfagna (e che le donne le porta Silvio)”. E Guia Soncini su Linkiesta ironizza: “Per fortuna non siamo rimasti senza donne di sinistra al governo. Per fortuna una c’è. Mara Carfagna. Meno male che Silvio, presidente onorario di Se non ora quando, c’è”. Ma Silvio voleva Anna Maria Bernini e non la Carfagna, scelta direttamente da Draghi. Dettagli.
L’entusiasmo di Repubblica
Repubblica, poi, è addirittura entusiasta: “Era con un piede fuori da Forza Italia. È entrata con tutto il suo peso politico anti sovranista nel governo di Mario Draghi. Per Mara Carfagna il coronamento di una carriera costruita in costante crescendo, passo dopo passo. Da oggi la deputata salernitana, alla Camera dal 2006, 45 anni, sarà la ministra per il Sud e la Coesione sociale. Il dicastero centralissimo guidato fino a ieri da Giuseppe Provenzano. Donna (tra le poche di questo governo) e meridionale (altrettanto poche)”. La sentinella anti-Salvini, donna, di sinistra ma eletta a destra. Zingaretti incassa. E Berlusconi pure…