“Le Monde” infierisce su Conte: Giuseppi, chi era costui? “Gli italiani non l’hanno ancora capito”
Come tutta la stampa estera, oggi Le Monde ha dedicato ampio spazio alla crisi italiana. E con buona pace di chi sostiene o più semplicemente si limita ad avanzare dubbi sui legami finanziari della testata, che punterebbero ad alterare la neutralità del giornale, ci va giù piatto. Sia nel commentare con enfasi l’incarico a Draghi. Che nell‘infierire sul suo predecessore dimissionario: Conte.
“Le Monde” infierisce su Conte al tappeto
«Draghi alla riscossa per trovare uno sbocco alla crisi politica», scrive allora oggi il quotidiano d’oltralpe che ha dedicato ampio spazio alla crisi italiana. Una realtà che Le Monde descrive impietosamente al lumicino, anche parlando del nuovo presidente del consiglio incaricato come «l’uomo cui si attribuisce il salvataggio della zona euro nel 2012 in piena crisi del debito. Chiamato al capezzale di uno dei suoi anelli deboli: l’Italia». Mentre liquida la questione Conte – a cui il quotidiano francese dedica un ritratto dal titolo emblematico: “Giuseppe Conte, o i limiti del trasformismo politico” – scrivendo che, anche «dopo le sue dimissioni da presidente del Consiglio, gli italiani ancora non hanno capito chi sia veramente»…
Draghi, “Le Monde”: è il messaggio del fallimento dell’ultimo governo
Non solo. Le Monde si spinge anche oltre la descrizione dei fatti. E in un’analisi della situazione italiana si lancia a ipotizzare che la scelta di Draghi non risponda alla logica dei governi tecnici del passato, nati per rassicurare i mercati. E che, se è vero che il suo nome «non dispiace certo a Bruxelles». È altresì plausibile pensare – sostiene il quotidiano francese – che «il messaggio sembra prima di tutto destinato al personale politico italiano, posto di fronte alla sua incapacità». Un chiaro riferimento al governo giallorosso in carica fino a ieri. Autore e vittima della crisi nata in seno alle sue fila. Un establishment, quello di centrosinistra, che non è riuscito a uscire dalle secche di una crisi di sistema che ha forzato dall’inizio, cedendo alle lusinghe dell’abbraccio fatale tra alleati in guerra fin da subito. E alla tentazione di un accordo di compromesso rivelatosi impossibile sulle lunghe distanze.
“Le Monde”: «Gli italiani abituati a vedere sconosciuti diventare premier»
Tanto che, in un successivo passaggio del suo servizio, Le Monde chiama in causa il Colle e rileva: «Mai sottostimare le personalità discrete che parlano poco», scrive il giornale, riferendosi all’azione del presidente Sergio Mattarella. Le cui dichiarazioni pubbliche, incalza la testata, «sono rare e calibrate. E i messaggi più diretti di quanto sembra. Le sue parole di ieri – chiosa a riguardo il quotidiano – si situano nel solco del suo appello alla cultura della responsabilità, formalizzato nel discorso di fine anno». Responsabilità nei confronti degli italiani, insiste Le Monde, avvezzi «ai meandri del parlamentarismo». «E abituati – scrive la testata agganciandosi al ritratto di Conte – a vedere personalità poco conosciute diventare presidente del Consiglio». Salvo poi, prosegue il servizio, «nel momento in cui il nuovo venuto è chiamato a lasciare la scena», avere «l’impressione di non saperne molto di più sull’uomo che li ha governati»…
«Conte, maestro nell’arte dei compromessi fra forze contrarie»
«Diventato maestro nell’arte di costruire i compromessi più creativi fra forze contrarie – continua Le Monde – Giuseppe Conte non sarebbe potuto rimanere a lungo al potere senza il sostegno del presidente della repubblica Sergio Mattarella. Che aveva circondato questo avvocato senza esperienza di consiglieri rotti ai giochi delle giostre parlamentari». «Incarnazione perfetta per i suoi detrattori – infierisce ancora il quotidiano d’oltralpe – del puro pragmatismo. Dove l’imperativo di restare primeggia su tutto il resto». E che, di fronte all’emergenza sanitaria, chiosa il quotidiano francese, «si trovava fra le mani più poteri dei suoi predecessori». Fino alla fine quando, costretto alla resa, ha mollato la presa. «Il tutto – conclude Le Monde – senza che gli italiani abbiano saputo, veramente, chi fosse»...