Marco Travaglio in preda ad una crisi in tv. Si mette le mani in faccia e urla: «Nooo…»
Marco Travaglio è “il grande sconfitto di questa crisi di governo?”. La domanda arriva da Lilli Gruber al direttore del Fatto quotidiano. Travaglio è ospite in collegamento con Otto e mezzo a La7 e la Gruber chiede: «In questa crisi hai sempre escluso l’ipotesi Mario Draghi. Come replichi alle tante ironie che sono state fatte sul tuo conto?». Travaglio prima sorride con una smorfia, poi risponde un po’ risentito. «Se volessi vincere o perdere in politica, mi candiderei alle elezioni. Non è ho alcune intenzioni, faccio il giornalista. Due anni fa mi ero battuto per un governo Conte con M5S e Pd, mi pare che abbiano dato una discreta prova tanto che ora vorrebbero portare Conte alle prossime elezioni. Ho vinto? No. Ho perso? Nemmeno? Penso di aver detto qualcosa che poi è stato utile per il Paese.».
Travaglio: «I governi ammucchiata non funzionano»
Ma Conte non c’è più e ora c’è Mario Draghi. «Io sui tecnici ho avuto sempre idee critiche, i governi ammucchiata non funzionano perché si litiga, sono degli equivoci. E l’ho sempre detto, non solo adesso che è caduto un governo che mi piaceva. Ma anche quando è caduto il governo che meno mi piaceva. Cioè quando è caduto Berlusconi ed è arrivato Monti. Io dissi che bisognava andare a votare. E alla fine dopo qualche mese Super–Mario aveva il problema di uscire di casa perché la gente non era troppo soddisfatta di lui».
Lo scontro con Giannini
«Nooo». Marco Travaglio non è inquadrato, ma l’audio a Otto e mezzo si sente: il direttore del Fatto quotidiano, si porta le mani in faccia, coprendosi il viso, mentre parla il collega Massimo Giannini. Ne nasce un acceso scambio di idee su Mario Draghi. «Da quando è stato incaricato – spiega il direttore della Stampa – in due giorni, senza che aprisse la bocca…». Travaglio capisce qual è il discorso di Gianni e dice sconsolato: «Non tirare fuori la storia dello spread, è sceso di 10 punti quando negli ultimi sei mesi è sceso di 150… Ancora con lo spread». «Tu fai così Marco, ma quella roba ti salva la vita, oggi non puoi essere fuori da quel circuito e se l’Europa ti riconosce e ti dà credito come interlocutore tu hai risolto metà del problema, non si può non vedere questo».