Meloni sul governo Draghi: «Il cambio di passo con Lamorgese e Speranza? Impossibile»
«Da Draghi ci aspettavamo un cambio di passo, ma oggi non c’è». Giorgia Meloni torna sul tema della discontinuità mancata tra il governo Conte 2 e quello del suo successore. E ora, oltre alla lista dei ministri e al discorso programmatico, ha anche degli elementi in più: dal fatto che tutti gli emendamenti di FdI al Milleproroghe sono stati bocciati, alla proroga del decreto svuotacarceri. Circostanze che, tra l’altro, raccontano di un centrodestra che riesce a incidere meno di quanto si sperasse. Almeno per il momento.
La continuità tra Draghi e il Conte 2
Sulla possibilità per Lega e Forza Italia di condizionare l’azione del governo Draghi, Meloni non si sbilancia. «È presto per dirlo», ha risposto alla domanda di Amedeo La Mattina, che l’ha intervistata per La Stampa. Però, ha precisato, «a me pare che negli intendimenti di Draghi ci sia una forte continuità con il governo precedente e una immotivata sovraesposizione del Pd». Gli esempi sono lì, a partire dai nomi che compongono la squadra, in cui «emergono troppi ministri dell’esecutivo precedente e un Pd che, pur continuando a scendere nei sondaggi, ha sempre più peso».
Meloni: «Spero che Lega e FI possano incidere sul governo»
Per la leader di FdI «confermare la Lamorgese significa continuità con la politica migratoria. Confermare Speranza significa continuità nella lotta alla pandemia con chiusure settoriali che abbiamo contestato in questi mesi. Orlando è la sinistra più sindacalizzata». Quindi, le ha chiesto il cronista, «il centrodestra non incide?». «Io spero che incida, ma non capisco alcune cose», ha replicato Meloni, portando gli esempi concreti delle «delle decisioni di queste ore».
«FdI può rafforzare le idee del centrodestra nel governo»
Sul tavolo c’erano gli emendamenti di FdI al Milleproroghe, «che avrebbero segnato una discontinuità, ma sono stati tutti bocciati». C’era la proroga del decreto svuotacarceri di Bonafede, c’era «un emendamento per sospendere gli effetti della prescrizione in attesa che si faccia la riforma ed è stato bocciato anche con i voti del centrodestra». «Mi è dispiaciuto», ha spiegato Meloni, perché «con un po’ di gioco di squadra, il ruolo di FdI può rafforzare le idee di centrodestra anche per chi sta all’interno del governo». Resta il tema della trasparenza nella gestione della pandemia, oggetto di una recente denuncia di FdI.
Le restrizioni? «Vanno condivise le evidenze scientifiche»
La domanda verteva sulla preoccupazione per le varianti, Meloni ha chiarito che «io vorrei condividere le evidenze scientifiche per giustificare le limitazioni delle libertà personali. Se il governo stabilisce che un ristorante può rimane aperto a pranzo con le giuste prescrizioni perché deve chiudere a cena? Da Draghi ci aspettavano un cambio di passo, ma oggi non c’è», ha sottolineato la leader di FdI, alla quale nell’intervista è stato chiesto di analizzare anche la questione dei ritardi sui vaccini. «Di chi è la colpa? Del precedente governo o dell’Europa?», è la domanda. «L’Europa non ha sicuramente gestito bene la questione vaccini. E c’è qualcosa che non torna in questa Europa degli europeisti in cui la Germania va a trattare le dosi per suo conto. Se l’avessi fatto io al governo dell’Italia – ha concluso Meloni – mi avrebbero detto che era un comportamento da impresentabile sovranista».