Omicidio Khashoggi, Amnesty international contro Renzi e l’Italia: «Collusioni con l’Arabia Saudita»
L’attacco di Washington a Riad potrebbe avere conseguenze anche a Roma. Il rapporto divulgato ieri dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Usa coinvolge pesantemente anche la politica italiana. Il dossier accusa, infatti, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman sul delitto del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Ma tira in ballo, indirettamente, anche l’ex premier Matteo Renzi.
Il dossier prova che Mbs, come lo chiamano gli anglosassoni, avrebbe approvato un’operazione a Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita. E proprio il 35enne Mbs, nipote del fondatore del regno, erede al trono e già leader “de facto” della monarchia, ha avuto tra i suoi ospiti appunto Renzi. A fine gennaio il leader di Italia Vivai, ha partecipato senza esitazioni a una conferenza organizzata dal governo di Riad. Una partecipazione che FdI ha contestato immediatamente e in tempi non sospetti.
Arabia Saudita, le relazioni pericolose dei governi italiani
Particolarmente duro il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury. «Certamente è inopportuno essere invitati in forum internazionali che sono emanazione diretta della monarchia saudita e tacere sul sistema di violazioni dei diritti umani». Se è da condannare la partecipazione a questo tipo di eventi, prosegue Noury, va capito se “su una scala di gravità” è ancora più censurabile il comportamento dei «governi italiani che hanno intrattenuto rapporti politici ufficiali con l’Arabia Saudita, inviato armi fino al 2019 a un paese in guerra con lo Yemen, partecipato al G20 virtuale» oppure l’organizzazione di partite di calcio come la Supercoppa italiana.
Delitto Khashoggi: l’Italia ha fatto finta di non vedere
In Italia, evidenzia il portavoce di Amnesty, «avete fatto a gara a chi blandiva di più l’Arabia Saudita. Avetr dimenticato i blogger frustati in piazza, gli attivisti per i diritti umani in carcere, i difensori per i diritti delle donne. Nonché i giornalisti sotto attacco». Sul rapporto diffuso ieri dall’Amministrazione Usa, Noury sottolinea che ribadisce le conclusioni alle quali erano arrivate altre fonti. «La stessa Amnesty ha sostenuto che Mbs non poteva non essere a conoscenza ed è la conferma di qualcosa già emerso nella sua evidenza».
Sull’ipotesi che gli Usa sanzionino l’erede al trono saudita, il portavoce di Amnesty replica che si tratta di una «valutazione politica», sottolineando che «per un’organizzazione per i diritti umani è chiaro che le autorità saudite non saranno in grado di accertare sul piano giuridico le responsabilità» dell’omicidio Khashoggi e per questo chiede un’ «inchiesta internazionale». Ma anche a tal proposito, l’amministrazione Biden ha fatto sapere che non ha intenzione di applicare alcuna sanzione.