Palamara agli ex-colleghi: giochiamo a “Perfetti sconosciuti”, mettiamo tutti i cellulari sul tavolo
Li sta torturando da giorni con la sadica strategia del gatto e del topo, li sta mettendo alla berlina di fronte all’opinione pubblica con proposte irricevibili e imbarazzanti: Luca Palamara, espulso dai suoi colleghi come se fosse un rifiuto prosegue nella sua vendetta quotidiana cucinandoli a fuoco lento.
L’ultima proposta del gatto ai topi ora è questa: “giochiamo come nel film “Perfetti sconosciuti”. E mettiamo sul tavolo i telefoni. Condividiamo le chat degli attuali consiglieri, che so io, le conversazioni risalenti ai giorni in cui si decideva il procuratore capo di Roma o qualcuno si autocandidava come procuratore aggiunto o procuratore generale della Corte di Cassazione”.
Si può solo immaginare i commenti che, in queste ore, stanno arroventando le chat dei vertici dell’Anm, indispettiti dalla provocazione di Palamara. Che, intervistato a LaChirico.it, sulle sue conversazioni telefoniche, anche privatissime, squadernate sui giornali, replica: “Non me ne sono accorto oggi, già agli inizi della carriera ricordavo che una delle libertà fondamentali è la segretezza della corrispondenza. Se vogliono usare le mie chat, io dico: giochiamo come nel film “Perfetti sconosciuti”.
Il ragionamento è talmente semplice che lo capirebbe anche un bambino: “il responsabile del ‘sistema’ non sono soltanto io”.
Che ci sia un prima e un dopo-Palamara, come se fossero due ere geologiche diverse e distanti, non c’è dubbio. Che tutto questo disastro, poi, possa davvero sfociare in un cambiamenti degli equilibri fra i poteri dello Stato riportando quello giudiziario nel giusto alveo previsto dalla Costituzione, è tutto da vedere.
“Io non rinnego le mie posizioni in difesa dell’autonomia della magistratura. Né nascondo il fatto che negli anni dei governi di Centrodestra toccava anche a noi fare opposizione a causa della debolezza del Pd, il ruolo di opposizione ricadeva tutto sulle spalle dell’Anm “, si giustifica Palamara mettendo in evidenza le mostruose contraddizioni di una magistratura che si è fatta controparte politica senza essere stata legittimata dalle urne mettendo in atto un golpe giudiziario che ha stravolto le regole democratiche del Paese.
”Tuttavia chi pensava di poter risolvere il problema processando una sola persona ha fallito”, avverte Palamara. Ma viene il sospetto che parecchi suoi ex-colleghi dell’Anm non abbiano ben compreso il messaggio.
E il prossimo futuro di Palamara? “Ho iniziato una esperienza nella Commissione Giustizia nel Partito radicale mettendo a disposizione il mio vissuto. Sono pronto a dare una mano nella materia”, dice l’ex-magistrato romano. Che riflette ad alta voce anche sulla ‘ricucitura’ con Matteo Salvini dopo le scuse e la telefonata in diretta tv per il caso degli sms contro il leader leghista: “Mi ha fatto piacere ristabilire la correttezza del linguaggio istituzionale. Dopo il provvedimento di rimozione dall’ordine giudiziario”.