Pensioni, da Quota 100 alle contromisure di Draghi. Ecco come cambiano gli assegni
La riforma delle pensioni è stata la grande assente nel discorso programmatico di Mario Draghi al Parlamento. Ma senza alcun dubbio le pensioni rappresentano un punto centrale delle riforme che l’esecutivo Draghi dovrà affrontare. Sul tavolo il nodo rivalutazioni, l’uscita di scena di Quota 100 e la riforma previdenziale.
Pensioni, la fine di Quota 100
Il governo Conte ha solo confermato l’estinzione di Quota 100 alla fine del 2021. Ma non ha chiarito come sarà sostituita la riforma. Di fatto, non sarà più possibile accedere al pensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi. Ergo, resterà in piedi solo l’impianto della riforma del governo Monti e si formerà uno scalone di 5 anni per chi non maturerà quei requisiti entro dicembre 2021. A questo punto resta l’incubo per milioni di pensionati di un ritorno alla temutissima Legge Fornero.
Pensioni, Quota 100 e le contromisure di Draghi
Quindi, come riporta il Sole24Ore per evitare che il temuto “scalone” si trasformi in una ghigliottina, per i lavoratori ma anche per il governo, Draghi dovrà adottare per tempo le necessarie contromisure. Tutto ciò considerato che, come è stato ventilato da più parti, non è contemplata la possibilità di ricorrere a mini proroghe. Un’ipotesi sul tavolo è quella di puntare su un sistema contributivo con una variazione dei coefficienti di trasformazione. Il tutto accompagnato anche da un intervento sulle soglie per il pensionamento.
Pensioni e nuovo Welfare
Come riporta ancora il Sole24Ore, si potrebbe percorrere anche la strada di collocare l’intervento sulla previdenza all’interno della costruzione di un nuovo Welfare. In questo caso potrebbe anche nascere un “Testo unico” sulle pensioni. questo nuovo sistema agirebbe sia sul fronte delle pensioni di garanzia per chi avrà un assegno calcolato sul contributivo puro. Ma anche puntando sulla pensione integrativa e sui trattamenti fiscali.
La part pension
C’è un altro aspetto che va considerato e riguarda la rivalutazione degli assegni. Dal primo gennaio 2022 dovrebbe tornare un sistema di rivalutazione premiante degli assegni. Infine, come ha ricordato sempre il il Sole24Ore, potrebbe comparire la part-pension. Si tratta di un sistema «in grado di rendere più concreti gli obiettivi di allungamento della vita attiva». Con un alleggerimento della pressione sulle casse previdenziali.