Psicodramma in casa 5Stelle, la paura è di scomparire. E spunta il gruppetto pro-Draghi
Guai grossi in casa 5Stelle. Per i pentastellati l’incarico a Mario Draghi rappresenta uno tsunami. La paura – dopo aver perso le poltrone – è di scomparire. Che fare? La linea ufficiale è un no categorico all’ex presidente della Bce. Nemico numero uno per il movimento: l’amico delle banche non avrà il nostro voto. Lo ha detto Vito Crimi fin da subito. Lo ha confermato Di Maio. Lo ha anticipato Di Battista, Ma ora spuntano i grillini favorevoli al prossimo esecutivo. O almeno disponibili a ‘vedere le carte’.
5Stelle nel pallone: nasce il ‘partitino dell’ascolto’
Restare fuori è un po’ morire. Specie per chi ha assaporato la gioia delle poltrone. La giovane deputata Federica Dieni per esempio suggerisce di “entrare nel governo con qualche nostra personalità di rilievo”. Perché “se si dice di no a Draghi non restano che le elezioni”. Nemmeno i deputati Marta Grande e Filippo Gallinella sbarrano la porta a ‘Supermario. Ascoltiamo e poi si decide, è il ragionamento.
Buffagni: mai a un governo tecnico ma…
Stefano Buffagni la mette così. “Secondo me Draghi è un profilo di livello altissimo. Non si può negare la competenza. Non dobbiamo attaccare la persona ma dobbiamo dire con chiarezza che siamo contro un governo tecnico. Dobbiamo spingere per arrivare a un governo politico, che sia però fatto di persone capaci”. Politico? Tecnico? Si aggrappano alla formula del prossimo esecutivo per prendere tempo. Poi ironizza l’ex ministro: “Sicuramente Renzi starà già pensando a far cadere il governo Draghi…”.
Di Nicola: e con chi dovremmo governare?
Per il senatore Primo Di Nicola, invece, non esistono i presupposti per avventurarsi nuovamente nella costruzione di una alternativa prettamente politica: “E con quali forze politiche dovremmo farlo, questo governo?”. La paura di governare con un’eventuale Lega li spaventa. Forse. L’esperienza del governo gialloverde li fa tremare. Forse.
Il terrore della scomparsa politica agita le acque
Insomma non tutti i deputati 5Stelle sono disposti a mettersi all’opposizione e vivacchiare fino alle elezioni. Che decreteranno la fine politica del partito del comico genovese. L’assemblea dei gruppi parlamentari si svolge in un clima da psicodramma. Un post di Di Maio cerca di spazzare via i dubbi. E avverte: nessuno provi a spaccare il movimento. “Ora dobbiamo mostrarci compatti, serve unità”. Ma la frittata è già fatta. La compattezza non c’è.
Il dibattito è aperto anche nelle chat
“Sono assolutamente contraria al governo tecnico e in particolare al nome di Draghi, che è la negazione di tutte le nostre battaglie”, dice senza mezzi termini la deputata Emanuela Corda durante l’assemblea dei gruppi M5S. “Io sono del partito dell’ascolto, andiamo a vedere le carte prima di decidere”, risponde Maurizio Cattoi.
Il dibattito è aperto anche nelle chat. Sullo sfondo resta viva l’ipotesi di una rottura: “Il Movimento tiene se dice sì a Draghi con un governo politico altrimenti ci sarà una deflagrazione atomica”, confida un big grillino. “Un no secco a Draghi. Il mio voto, un governo con Draghi premier non lo avrà mai”. Così la senatrice Elisa Pirro.