Reddito di cittadinanza ai mafiosi, la rabbia di Rita Dalla Chiesa: «Possibile che nessuno sapesse nulla?»

20 Feb 2021 16:08 - di Eugenio Battisti

Reddito di cittadinanza. Uno schiaffo in faccia ai lavoratori (veri). E talvolta ai parenti delle vittime della mafia. Alla notizia dei 145 mafiosi che usufruivano dell’assegno mensile, provvedimento bandiera dei 5Stelle, Rita Dalla Chiesa non trattiene la rabbia.

Reddito di cittadinanza, lo sfogo di Rita Dalla Chiesa

“È  strano che nessuno avesse capito o intuito quello che stava accadendo. 145 persone sono tante. Se fosse stata una sola, o anche dieci, e allora, si sa, su certe cose c’è il silenzio. Meglio non dire, meglio non vedere, meglio non sapere. Ma 145 casi sono una cifra talmente grossa che evidentemente c’è una falla molto molto larga. Che si è aperta intorno al reddito di cittadinanza”.

“Bisognerà scavare. Possibile che nessuno sapesse niente?”

La figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre del 1982, commenta con stupore  l’operazione dei Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo. Che hanno individuato 145 persone gravate da precedenti condanne per mafia che percepivano il reddito di cittadinanza. Pur non avendone diritto.

Bisognerà scavare ancora. Capire se ce ne sono altre di falle del genere, di storture intorno al reddito di cittadinanza, aggiunge Rita Dalla Chiesa. “Buona parte dell’Italia si era ribellata. Poi si è placata con l’arrivo della pandemia. Perché di fronte alla crisi lo stesso reddito poteva risultare utile per le persone che si trovavano in reali difficoltà finanziarie ed economiche. Ma di fronte a 145 persone con precedenti per mafia che lo incassano, viene voglia di esplodere“.

C’è di mezzo la credibilità delle istituzioni

Delusione e perplessità sulla macchina statale. “La mia meraviglia è che nessuno ne abbia mai saputo niente. Nessuno avesse intuito o capito quello che stava accadendo intorno al reddito di cittadinanza. Di fronte a casi del genere, mi dispiace dirlo, credo ci vada di mezzo anche la credibilità delle istituzioni”.

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