Renzi mira in alto, ma che governo Draghi: punta alla poltrona di segretario generale della Nato
Ora Renzi mira in alto. Altro che governo Draghi però: punta alla poltrona di segretario generale della Nato. A dispetto del suo inglese stentato. E e contro ogni previsione che, fino a qualche giorno fa, lasciava ipotizzare per l’ex premier un ruolo di governo nel futuro esecutivo Draghi, oggi sul leader di Italia Viva aleggia il sospetto di un altro obiettivo da raggiungere. Di un incarico blasonato all’estero. Di una poltrona internazionale: quella di segretario generale della Nato nel 2022. Non a caso, in queste ultime, difficili settimane, il leader di Italia Viva, dopo aver rovesciato il tavolo del governo Conte annunciando strategie e mosse alla stampa spagnola e tedesca, è tornato sulla ribalta mediatica con interviste concesse a più riprese ai principali quotidiani internazionali: dal Financial Times al New York Times. Un attivismo quantomeno “sospetto”, quello palesato da Renzi sulla scena mediatica internazionale, che nei corsivisti più attenti e negli osservatori politici più scaltri, ha dato modo di pensare al “sogno” di un incarico oltre confine. Di più: oltreoceano. Come raccontato oggi dal Corriere della Sera. Che, esplicitando dubbi e slatentizzando sospetti, ipotizza per l’ex rottamatore una poltrona di segretario generale della Nato nel 2022. Shock, beacuase…
Renzi punta alla Nato, alla poltrona di segretario generale nel 2022?
Il ruolo di guastatore che Renzi ha condotto perseguendo il disegno della debacle del governo Conte, al netto di improvvisazioni e azzardi, è da settimane sotto gli occhi di tutti. Anche se lui, quasi schernendosi, ancora oggi dalle colonne del Corriere della sera continua ad assicurare che è «tutto merito del Presidente della Repubblica». Di più. Al quotidiano newyorchese, provando a ricostruire passaggi e fini della crisi di governo, Renzi riassume lo status quo in questi termini: «È stata l’operazione più complessa di tutta la mia carriera politica». Una sfida, la sua, raccontata con un profluvio di parole in molte interviste alla stampa estera. Tanto che, registra il quotidiano di via Solferino, Renzi in questi giorni ha avuto modo di dire e rilanciare tutto, e il contrario di tutto. «Questa era la mia strategia. Ho fatto tutto da solo, con il 3 per cento!». Poi, aggiustando il tiro, ha sottolineato di «non aver fatto niente»: tutto merito di Mattarella.
Matteo Renzi e il “sogno” neanche tanto segreto di un incarico all’estero
E infine, il colpo di scena ieri con la chiacchierata al New York Times. Dove, ricostruendo il suo ruolo nella crisi di governo da lui stesso innescata, Renzi prima dichiara: «L’unico modo nel mezzo della pandemia era chiamare il miglior giocatore». Poi, in un inciso significativo, evidenzia: «L”Italia è tornata». Proprio come Joe Biden ha detto per gli Usa. «Se guardate ai mercati finanziari, ai leader internazionali, la fiducia dei nostri cittadini, è un miracolo». Rinvigorendo il concetto prima a Le Monde: «Da italiano Draghi ha salvato l’euro. Da europeo salverà l’Italia». Poi a El Paìs: «Tutti sapevano che Draghi era migliore di Conte. Ma nessuno ha avuto il coraggio…». E tanto per aggiornare i video che lo vedono protagonista (nel bene e nel male), Renzi appare sulla Cbs mentre ripete: «Draghi premier is the best, the best, the best!». E Sky international lo riprende e ri-trasmette…
Renzi punta alla Nato: nei sondaggi arranca e vira sulla credibilità oltreoceano
Insomma, parole e interviste a raffica che hanno dato adito a chi è convinto che, se “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca”, con questo iper-presenzialismo Renzi punti davvero parecchio a tenere a dritta la barra del timone che potrebbe portarlo a ricoprire un incarico prestigioso all’estero. Caldeggiato a suon di dichiarazioni e improbabili video che hanno il mero compito di tenere alta la visibilità del numero di Italia Viva sullo scenario internazionale. Del resto, come ricorda anche il sito di Today.it, «le indiscrezioni su una possibile candidatura dell’ex premier alla guida dell’Alleanza Atlantica si rincorrono non certo i da oggi, bensì da mesi». Aggiungendo poi a stretto giro che: «Le certezze al momento sono poche. La prima è che Renzi non avrà alcun ruolo nel nuovo governo (mentre un ministero dovrebbe spettare a Italia Viva). La seconda che riprenderà la sua attività di conferenziere all’estero. Nei sondaggi il partito arranca e non supera, secondo praticamente tutti gli istituti, il 3 per cento. E anche nelle classifiche dei leader politici più apprezzati dagli italiani, il senatore non è mai nelle prime posizioni».
Tra le righe del doppio incarico a Jens Stoltemberg che scade l’anno prossimo
Il mandato di Jens Stoltemberg scade l’anno prossimo. E come noto, è già stato prorogato una volta. Scalzando l’allora candidatura dell’ex ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, uno dei papabili la cui corsa fu stoppata proprio con l’incarico conferito nuovamente a Stoltembrg. Guarda caso appoggiato da Mario Monti ed Enrico Letta. In quel frangente, Renzi debuttò in veste di primo ministro, favorendo, tra gli altri, l’elezione del candidato norvegese tanto caro a Obama e alla Merkel. Una elezione, quella di Stoltenberg, che anche l’allora ministra degli Esteri Federica Mogherini avocò anche come un successo dovuto al Belpaese, dichiarando: «L’Italia ha contribuito al raggiungimento del consenso unanime per Stoltenberg». oggi, a distanza di 7 anni, Renzi sarebbe pronto a riscattare quel credito. E a rivendicarne per sé la riscossione?