Roma, il Pd chiama i M5S delusi: l’asse per fare fuori Virginia Raggi si salda su Gualtieri
Lei resiste, loro tacciono, gli altri preparano il voltafaccia. La partita romana del M5S, insomma, non è meno complessa di quella nazionale: Virginia Raggi non ha alcuna intenzione di mollare la poltrona; i vertici del partito la isolano col silenzio; i dissidenti (e i trombati) si preparano a saltare sul carro dem o, almeno, del suo candidato. A rendere più complicate le cose in casa M5S c’è proprio l’avvento di un nome Pd di peso sulla scena di Roma: benché il diretto interessato ancora non abbia sciolto la riserva, infatti, Roberto Gualtieri resta la scelta più probabile.
Il Pd sguazza nella spaccatura del M5S di Roma
Da tempo si sa che l’a candidatura dell’ex ministro dell’Economia è fortemente gradita a Nicola Zingaretti. Ieri è arrivato anche l’appoggio esplicito del segretario Pd del Lazio Bruno Astorre. Con una notazione politica chiara anche sul fatto che Gualtieri potrebbe raccogliere intorno a sé i grillini romani che di Virginia Raggi non ne possono più. Nel corso di un dibattito online, parlando del percorso che dovrà portare alla scelta del candidato a Roma, infatti, Astorre, come riportato dall’edizione romana di Repubblica, ha detto che «spero che venga aperto a quelle forze M5S che non si riconoscono in Raggi e vogliono contribuire a una coalizione larga».
Bergamo (e non solo) pronto al salto: «Ci starei»
Le risposte in questo senso già ci sono. Prima fra tutte quella di Luca Bergamo, ex potentissimo vicesindaco che di recente ha ricevuto il benservito da Raggi. «Nell’ottica di un progetto ampio, con 100 persone che si mettono a disposizione, come dice Rutelli, sarei tra queste», ha detto Bergamo, intervistato dal Riformista, mentre è nota l’insofferenza per raggi dei consiglieri grillini al Campidoglio Enrico Stefàno, Angelo Sturni, Donatella Iorio e Marco Terranova.
I vertici del M5S tacciano: Raggi sempre più isolata
Insomma, Pd e fronda interna al M5S sono prontissimi a fare asse per mandare a casa Virginia Raggi. Il problema è che lei ha tutta l’intenzione di non cedere. Non solo ha resistito e continua a resistere al pressing di chi nel Movimento le chiede un passo indietro. Pare anche che in queste ore abbia rifiutato l’offerta di un posto da sottosegretario. Tutto pur di rimanere ancorata allo scranno più alto di Palazzo Senatorio. Che, del resto, vale ben più di un sottosegretariato. Il problema però è che la prima cittadina è sempre più isolata. Benché, infatti, alcuni deputati romani si siano espressi per lei, appoggiandone la richiesta di voto su Rousseau, i vertici del partito tacciono. E il rischio, nonché il timore in Campidoglio, è che alla fine Raggi si trovi sola anche in vista del voto, con l’unico sostegno della lista civica.