Salvini minacciato di morte da un estremista con un post stile Br. Da sinistra nessun commento
Salvini minacciato di morte con un post in “stile Br”: bavaglio e stella a 5 punte alle spalle. Da sinistra nessun commento. Nessuna solidarietà. «Non succede… ma se succede». Questo il post delirante di un militante della Sinistra genovese, uno di quelli “buoni”, bandiera della pace sempre in vista, che auspica io venga assassinato dalle Brigate Rosse». Lo scrive su Facebook, Matteo Salvini, postando un fotomontaggio che lo ritrae imbavagliato e con la stella a 5 punte alle spalle, in un remake della prigionia di Aldo Moro. Una trovata già vista e come sempre irrispettosa, su cui lo stesso numero uno della Lega rileva: «Sulla violenza politica e sulle ferite profonde della nostra storia nazionale non si scherza. Se pensano di spaventarmi con queste minacce, hanno trovato la persona sbagliata. Avanti a testa alta!» conclude Salvini il suo ri-post della minaccia subita commentato nella didascalia che lo accompagna.
Salvini minacciato di morte da un militante de La sinistra: post in “stile Br”
«Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino. Questa volta a dedicargli un post choc ci ha pensato Federico Pinelli, un militante genovese de “La Sinistra” che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che ritrae il leader della Lega imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle col commento “Non succede… ma se succede…”. Seguito dal pugno chiuso». Sono in molti, in queste ore, a denunciare con post simili a quello appena riproposto, pubblicato dal deputato ligure della Lega Edoardo Rixi, commissario della Lega in Liguria e responsabile nazionale Infrastrutture. Uno dei tanti post di solidarietà arrivati al leader del Carroccio in queste ore. Ore di polemiche, Di consultazioni. Di pianificazioni. E di odiose minacce.
Scempio al cubo: il post è irrispettoso verso Moro, Salvini e gli elettori della Lega
Un post che inneggia al terrorismo degli anni di piombo nei confronti di un leader democraticamente eletto. E che oggi rappresenta il primo partito in Italia. Dunque, irrispettoso al cubo: sia nei confronti di Aldo Moro che verso Salvini. Oltre che dei sostenitori del partito, capolista nelle preferenze elettorali di casa nostra. E che richiama immediatamente alla memoria il rapimento del presidente Aldo Moro. Cosa che eleva al quadrato il potenziale di orrore e di irriverenza e che aumenta indicibilmente lo sdegno che sta provocando. La foto incriminata – riferisce l’Adnkronos – è comparsa sul profilo del militante genovese intorno alle 23 di ieri. Poi, nel corso della notte, è stata cancellata. Scorrendo sul profilo La Sinistra-Liguria, però, è evidente la militanza dell’hater, testimoniata anche anche con tanto di foto del maggio 2019 a un banchetto del partito durante una campagna elettorale.
Indignazione sul web. Ora Digos e magistratura indaghino
Un’azione di bassa levatura, bollata da molti utenti sui social, come «vile». E per cui ora, rileva sempre Rixi nel suo lungo commento alla vergognosa vicenda, si attende «da stampa, Digos e magistratura di Genova, la stessa attenzione riservata ad altri fatti dei giorni scorsi con indagini sull’autore del gesto». Oltre che «una forte presa di posizione contro il terrorismo rosso. Senza fare pesi e misure diversi». Nel frattempo, però, da sinistra tutto tace. Nessuna denuncia da parte di Boldrini annd co. contro gli odiatori da tastiera. Nessun commento di solidarietà. «Cancellarlo non basta», conclude indignato e risentito a riguardo, anche il deputato Igor Iezzi, capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali. «Troppo comodo riempirsi la bocca di sermoni sull’hate-speech e poi far finta di nulla quando a pubblicare foto e frasi infami come queste è un proprio militante», dichiara l’esponente del Carroccio. Non prima di aver sottolineato che: «Attendiamo che la magistratura verifichi tutte le responsabilità penali del caso. Ma nel frattempo, la sinistra non ha nulla da dire sul post choc che ritrae Salvini prigioniero delle Br?»…
Feltri, «Salvini minacciato? Se ne freghi: i ragli d’asino non arrivano in cielo»
Poco fa, infine, è arrivato anche il commento sull’episodio di Vittorio Feltri. Anche lui, in passato, proprio come Salvini, ha ricevuto auguri ferali e minacce di morte. Ma, –dice senza mezzi termini il direttore di Libero – me ne sono fottuto. Ho appena fatto una tac con metodo di contrasto che mi ha esaminato tutto il corpo. Non ho malattie. Sto benone. I ragli di asino non arrivano in cielo, evidentemente». E allora, cinguetta caustico e immarcescibile il giornalista su Twitter, «Sarà uno scandalo. Ma secondo me questa scemenza gli allunga la vita»...