Scuola, Zaia a Draghi: Non abbiamo l’anello al naso, basta con l’agonia trascinata per settimane»
«Io vorrei che si superasse una certa aria». Lo dice Luca Zaia, governatore del Veneto, al Corriere della Sera . «Non possiamo pensare che chi chiude le scuole abbia l’anello al naso e chi vuole tenerle aperte sia un paladino della cultura. Io non ho aperto le scuole chiuse a gennaio. Una sconfitta. Si ricorda Victor Hugo? Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione. Sono convintissimo che la scuola sia il momento fondante dei nuovi cittadini. Però, ci vogliono garanzie». Che adesso non ci sono? «Io ho tenuto le scuole chiuse a gennaio sulla base di articoli scientifici che dicono che la riapertura porta a una diffusione esponenziale. Intendiamoci: non sto dicendo che i ragazzi siano untori».
Zaia lancia l’appello a Draghi
«Faccio appello al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettività scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole. L’obiettivo deve essere la salute». Il Cts ha sancito la chiusura nelle zone rosse e nelle aree in cui i contagi superino i 250 casi ogni 100 mila abitanti. «Quel parere l’avevo chiesto io. Però il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane».
«Bisogna guardare in faccia alla realtà»
«In questo momento è fondamentale guardare in faccia alla realtà», continua Zaia. «Si fa un gran parlare di una possibile terza fase. Ed è indubbio che l’Italia si stia ricolorando di arancione e di rosso. I dati epidemiologici ci parlando una situazione sotto pressione. Anche se in Veneto dal primo di gennaio si è in calo di ricoverati, basta guardarsi in giro».
Zaia: «Il problema è vasto»
Parla delle regioni confinanti? «Pensi alla provincia di Brescia e all’Emilia», risponde. Ma il problema è vasto: la Germania è praticamente chiusa da novembre, in Inghilterra sono al terzo lockdown, in Francia al secondo. Alla prima riunione della Conferenza Stato Regioni con il nuovo governo, ho posto alcune questioni».