Sileri si pavoneggia: «Sono lusingato, le persone mi fermano per strada e mi ringraziano»

12 Feb 2021 17:08 - di Elsa Corsini

“Sono lusingato, le persone per strada mi ringraziano per il mio lavoro, io però non ho notizie su una mia eventuale riconferma”. Parola di Pierpaolo Sileri dai microfoni di Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. Il viceministro della Salute, volto noto al grande pubblico per le sue frequenti apparizioni televisive, è uno fra i tanti che aspira a sedere nel prossimo consiglio dei ministri del governo Draghi. Ma il riserbo è massimo. Il premier incaricato finora non ha scoperto le carte della sua prossima squadra.

Sileri: per strada mi ringraziano per il lavoro fatto

“Se ne ho parlato con Speranza? Sì. E il lavoro è impostato su chi verrà dopo di noi”, dice Sileri, che comunque può sempre contare sul suo scranno al Senato, Secondo lei nemmeno il ministro Speranza è a conoscenza di una possibile riconferma? “No, credo non lo sappia nemmeno lui”. Quindi nell’attesa avrà fatto gli scatoloni per lasciare il suo ufficio, insiste l’intervistatore.

“Ho già pronti gli scatoloni, sono 15”

“Sì, ho pronti già 15 scatoloni, li ho numerati tutti”, risponde ironico il viceministro. Che non nega il dispiacere all’idea di interrompere qui la sua esperienza di governo. “Sarei un folle a dire di no, mi dispiace andare via. Abbiamo lavorato bene anche se certe cose dovevano, potevano e dovranno esser fatte meglio, ma la squadra ha lavorato bene in questi mesi”. Il vice di Speranza, senatore 5Stelle, non si sbilancia sulle tante falle del Conte bis.

L’errore maggiore di Conte? La comunicazione

Qual è stato lo sbaglio peggiore che avete commesso? “L’aspetto peggiore è stato comunicativo. La comunicazione dal primo caso di Codogno ad oggi doveva esser fatta meglio“. La comunicazione è stata troppo allarmista o il contrario? “Diciamo che si è andati troppo agli estremi, su alcune cose è stato detto tutto e il contrario di tutto. Anche l’ottimismo – ammette Sileri – sui numeri dei vaccini, ad esempio, avuto non solo dall’Italia ma anche dall’Europa. Bisogna esser molto cauti. Al ministero lo siamo stati forse anche troppo su alcune cose. Ma poi i numeri che ha l’Italia oggi sono buoni rispetto ad altri paesi“.

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