Travaglio, feroce attacco a Beppe Grillo e ai suoi: «Siete narcotizzati dalle supercazzole»
“Spunti per il nuovo spettacolo di Grillo”. L’editoriale di Marco Travaglio sul “Fatto” è una demolizione politica e non solo dell’ex garante del Movimento Cinquestelle. “Ex”, perché nello scritto del direttore pare evidente che i veri grillini sono gli “espulsi”, quelli che non hanno detto sì al nuovo governo Draghi. Per cui tutto rimane nell’alveo di uno spettacolo di terz’ordine, messo in scena da Beppe Grillo. Atto primo: “C’era una volta un comico che capiva tutto prima degli altri. Tipo che la politica era marcia, la finanza anche peggio e la stampa teneva il sacco a entrambe”.
Travaglio demolisce Grillo
Travaglio rievoca così la prima parte della messa in scena di Grillo che con i suoi spettacoli in giro per l’Italia catechizzava sulle malefatte politico finanziarie che avvenivano nel nostro Paese. “E fondò il Movimento 5 Stelle- scrive nell’editoriale feroce- : tutti risero, poi piansero, poi passarono agli insulti, ai corteggiamenti e infine alle alleanze. E gli “scappati di casa”, in tre anni, trovarono un premier più che degno e portarono a casa quasi tutte le loro bandiere; prima che il Matteo maior e il Matteo minor buttassero giù i loro due governi per liberarsi di loro”. Cambia la scenografia.
Da cinque stelle a “cinque sedie”
Grillo dà di matto. “Nel momento del massimo trionfo, anziché rendersi prezioso e vendere cara la pelle, Grillo sbarellò“. Ricordiamo la discesa a Roma dell’Elevato, che definì “grillino Mario Draghi, che a suo tempo chiamava “Dracula” e voleva “processare per Mps”. Il comico si comportò da comico e gettò un po’ di fumo negli occhi, in barba ai principi espressi. Travaglio chiama col vero nome le varie “battute” di Grillo per infinocchiare “i grillini quelli veri” e spingerli “ad arrenderglisi senza condizioni, in nome di un superministero-supercazzola alla Transizione Ecologica che doveva inglobare Ambiente e Sviluppo economico”. Lo spettacolo va avanti e Travaglio lo riassume in pennellate di grande perfidia nei confronti del guitto.
Le “supercazzole” di Grillo
Fu la volta del voto- farsa su Rousseau per dare guazza agli iscritti e far vedere che i principi del grillismo erano ben saldi. Una sorta di “circonvenzione”. Infatti il 60% degli iscritti si è fidato di Grillo (“si sono fatti intortare”, commentò Travaglio). Poi, come in ogni spettacolo che si rispetti arriva il risveglio amaro , il ritorno alla realtà: “il superministero era mini, per giunta diretto da un renziano per giunta indicato da Grillo – bacchetta Travaglio- ; e il Mise, lungi dallo scomparire, passava semplicemente da Patuanelli a Giorgetti”. I grillini chiesero di rivotare. Ma Grillo li ha stoppati in modo indecoroso: “furono narcotizzati con altre supercazzole: “i ragazzi del 2099”, “la sonda Perseverance atterra su Marte e la Perseveranza atterra alla Camera”, “i Grillini non sono più marziani”. E via menate varie.
La farsa è finita: il livore di Travaglio
E qui lo spettacolo di Grillo, già malmesso, è andato a scatafascio. I seguaci di Grillo sono stati accontentati “con quattro perline colorate (Esteri, Agricoltura, Giovani, Rapporti col Parlamento)”, li sbertuccia (le “cinque sedie” del titolo dell’articolo); mentre i ribelli sono stati espulsi. “Applausi, The End”, chiosa l’editoriale. Il finale della farsa delineata da Grillo è ancora da scrivere nei dettagli della sua deflagrazione, ma il copione è questo. Fidarsi di Grillo – e in molti lo hanno fatto- è stato fatale.