Grillo a sorpresa da Draghi. Di Battista: «Ma che ci fai là?». E Crimi finisce in pasto ai cronisti
Beppe Grillo è arrivato alla Camera, a sorpresa. Non era previsto. Il garante dei 5Stelle non figurava nella delegazione del movimento per l’incontro con Mario Draghi. Era atteso a Roma a breve, ma neppure i suoi sapevano che sarebbe piombato nella capitale oggi. Per ricompattare il gregge. Per orientare con la sua presenza il voto sulla piattaforma Rousseau degli iscritti. Chiamati a decidere sull’ingresso al governo guidato dall’ex presidente della Bce.
Grillo piomba a Roma per ricompattare il movimento
I vertici hanno deciso. Il comico ha aperto chiaramente all’uomo delle banche che qualche anno fa lo voleva far arrestare. Ma è meglio fare finta che si tratta di un verdetto che viene dal basso. È la fatidica democrazia della rete, fiore all’occhiello dei 5Stelle. Prima delle consultazioni Grillo ha riunito i vertici dei gruppi parlamentari e lo staff della comunicazione per fare il punto. Un punto molto complicato. Con un bel gruppetto, non ancora definito in numeri, che non vuole ingoiare il rospo Draghi e Alessandro Di Battista che non molla.
Di Battista non molla: non voto questo assembramento
Di entrare al governo non vuole sentir parlare. E lo dice chiaramente. E non ha gradito l’arrivo improvviso del capo. Che tra l’altro sta litigando pure con Casaleggio junior. Il sostegno di Grillo al governo Draghi? “Non dico come si deve votare. Dico che io voterò no”, chiarisce Dibba. “Grillo invece vuole farlo (il governo, ndr). Non ci credo alle pressioni. Crede legittimamente che certi successi si possano concretizzare in un governo Draghi. Io non la penso come lui. Nelle ultime ore non ho parlato con Beppe. Sarò sempre riconoscente nei suoi confronti. Anche quando non la pensiamo allo stesso modo”.
Vito Crimi alle prese con i cronisti
Breve scambio di saluti con il segretario dem Zingaretti e Grillo entra a colloquio da Super Mario. Ma a parlare ai cronisti dopo la consultazione è Vito Crimi. Che scimmiotta qualcosa e ribadisce, neanche a dirlo, che decideranno gli iscritti. “Siamo stati rassicurati sul reddito di cittadinanza”, dice il reggente. Il lavoro resta la principale sfida, aggiunge raccontando di aver avuto dal premier incaricato assicurazioni sui licenziamenti, sulla continuità con il governo precedente rispetto al Recovery plan.
Imbarazzo alle stelle. “Decideranno gli iscritti”
Si partirà da quello che aveva ottenuto il governo Conte: 3 miliardi per la giustizia, 40 miliardi per il lavoro o i fondi per la scuola. Nessuno stravolgimento come qualcuno voleva”. Abbiamo affrontato anche il tema del Mes, dice. Che però Draghi non ha citato nella sua elencazione dei punti cardine del suo programma di governo. E ancora? Abbiamo insistito – aggiunge soddisfatto – perché “il governo avesse come pilastro la transizione ambientale ed energetica”. Che faranno i 5Stelle? Il paese è appeso alle consultazioni online che si concluderanno giovedì? “Verificheremo la squadra di governo. E decideranno gli iscritti”.