Vaccini, Pil, decessi: siamo i peggiori in Europa nella lotta al Covid. I dati
Ci hanno fatto una testa come un pallone sul “modello italiano” preso ad esempio in tema di pandemia. Niente di più falso, tutti gli indicatori, vaccini, morti, Pil dicono il contrario. L’Italia è in cima alla classifica dei Paesi che hanno reagito peggio al mondo alla pandemia. Un excursus sulle pagine di Libero racconta la realtà per quella che è. E se il premier Draghi non si darà una mossa per invertire la tendenza saranno guai.
Morti, Pil, vaccini: l’Italia ha reagito peggio di tutti
“Morti, economia e campagna vaccinale: in sostanza abbiamo fallito ogni possibile target”. Per questo occorre più che mai fornire la discontinuità tanto proclamata. Che dalle prime mosse del governo non sembra arrivare. “Nella lista degli Stati con più decessi in relazione alla popolazione (escludendo microcosmi come Gibilterra e San Marino) l’Italia figura oggi alla quinta posizione con 1.581 caduti per ogni milione di abitante. Praticamente una mattanza”. Il primo indicatore – i decessi – rende l’idea di quanto il lockdown prima, le chiusure e le restrizioni, dopo, il divieto di spostamenti tra regioni non abbiano sortito miglioramenti.
I nostri media filo-governativi criticavano Trump e Bolsonaro, per il loro modo disinvolto di contrastare il virus. Ma noi non abbiamo fatto meglio: siamo comunque riusciti a fare peggio degli Usa. E il Brasile è oltre il 20esimo posto in classifica, meglio di noi. “Tra i nostri vicini solo la Slovenia ha fatto peggio di noi. Svizzera e Austria – ci ricorda Libero- hanno numeri migliori e sono perfino riuscite ad aprire le piste da sci”.
Le proiezioni economiche sono un disastro
Ma se c’è un dato che ci contraddistingue in negativo è quello economico. Altri Paesi che non hanno praticato un lockdown generalizzato non stanno peggio di noi. Da noi l’impatto sui conti continua ad essere devastante. “L’Italia è al terzo posto tra i Paesi che hanno ceduto più prodotto interno lordo pro capite lo scorso anno, preceduta solo da Regno Unito e Argentina. Se però consideriamo le proiezioni per l’anno in corso le cose si mettono pure peggio: siamo semplicemente i peggiori tra tutti i Paesi del G20, ovvero tra le prime venti economie del pianeta”.
Vaccini: dov’è la discontinuità?
Si tira sempre in ballo chi sta peggio di noi. Per esempio l’Inghilterra. Ora non è più valida questa considerazione, perché – altro elemento tragico- c’è una differenza tra noi e la Gb, ossia i vaccini. Elemento decisivo. E’ vero, la media europea di vaccinati è disastrosa, proprio grazie alla Ue. Ben definita da Feltri in un fondo “catorcio burocratico”. Ora la tanto criticata Inghilterra sta vaccinando alla grande, tanto da avere indotto Draghi a considerare un nuovo piano vaccinale “all’inglese”. Visto che, negli ultimi giorni è avvenuto un altro grande sorpasso: il nostro Paese adesso è indietro rispetto alla media degli immunizzati della Ue. Ecco, se noi continueremo ad andare avanti con Speranza, Arcuri e il Cts non andremo lontano. Il nuovo esecutivo batta un colpo.
La vaccinazione di massa intanto prosegue nel mondo a ritmi serrati. Israele sta arrivando al traguardo dell’immunità di gregge. “L’11 dicembre 2020, quando è arrivata dall’americana Fda il passi al vaccino Pfizer, il governo israeliano aveva già ordinato milioni di dosi, 9 giorni dopo è iniziata la campagna vaccinale. In Israele la vaccinazione in atto ha fatto del Paese il primo al mondo in rapporto ai circa 9 milioni di abitanti. Ad oggi sono oltre 4.300.000 gli israeliani (dai 16 anni in su), che hanno avuto la prima dose e quasi 3 milioni quelli che hanno avuto anche la seconda”. Nel Regno Unito oltre 18 milioni di persone hanno già ricevuto almeno la prima dose di uno dei vaccini autorizzati, l’equivalente di quasi il 30% della popolazione. E già entro la fine di maggio – secondo le previsioni del governo – tutta la popolazione sarà vaccinata. Questi Paesi possono guardare al futuro con più sollievo. Noi no.