Zaia compra i vaccini per i veneti e umilia Arcuri e Conte: senza fare i bulli, le dosi sono sul mercato
È ufficiale: Luca Zaia si compra i vaccini ed è pronto a distribuirli ai veneti. Nel rituale appuntamento in diretta per fare il punto sui numeri della pandemia e aggiornare sulla campagna vaccinale in Veneto, il governatore della Regione ufficializza quanto parzialmente accennato nei giorni scorsi e dichiara: «Inspiegabilmente ci sono dosi di vaccino sul mercato. Noi stiamo verificando per capire se è vero. Abbiamo anche le carte che lo dimostrerebbero. Ovviamente parlo di vaccini autorizzati». La Regione Veneto va dritta per la sua strada, certa che la via maestra sia quella di acquistare vaccini in autonomia. D’ altro canto, così è andata già con le mascherine. Poi con i tamponi rapidi, guarda caso sdoganati dal ministro della Salute Speranza proprio su insistenze e pressione di Luca Zaia.
Luca Zaia si compra i vaccini
Dunque, Zaia cala l’asso dell’autonomia vaccinale. A mali estremi, estremi rimedi: e così, dato che le commesse trattate da Arcuri con la Ue arrivano in ritardo e con misurino al minimo, il Doge si è attivato per acquistare dosi supplementari. Proprio come la Merkel in Germania… Tanto che, già nelle dizioni online di alcune testate, già ieri si parlava dell’acquisto di un milioni di dosi. Una cifra che, stando alle sue fonti, per esempio Libero è portato a ridimensionare almeno alla metà. Per l’esattezza, menzionando cifre e riscontri, Libero oggi riferisce che si parla di «qualcosa in più. Comunque una quantità ingente per una regione di 5 milioni di abitanti e che ne ha già vaccinati 190 mila. Il Veneto è tra quelle che viaggiano più spedite, ha raggiunto picchi di 15 mila iniezioni al giorno, e l’unico vero problema, enorme, è la lentezza degli approvvigionamenti statali. Per intenderci: l’anno scorso le Asl venete avevano somministrato 800 mila dosi di antinfluenzale. Quest’ anno 1 milione 380 mila, in 40 giorni: la media è di 34.500 ogni 24 ore. Una potenza di fuoco, reale, non la fantomatica annunciata da Conte a proposito dei ristori».
Si tratta dei vaccini autorizzati dall’Ema e dall’Aifa
Una trattativa che, tiene a specificare il governatore, sta avvenendo nel pieno rispetto delle regole. E Zaia, questo, ieri lo ha sottolineato forte e chiaro. «Sul mercato ci sono possibilità di acquisto diretto di vaccini, e si tratta dei vaccini autorizzati dall’Ema e dall’Aifa. Per questo la Regione ha preso contatti, anche per iscritto, per valutare se effettivamente, a quanto sembra, ci sia realmente la possibilità di trovare sul mercato i vaccini». Precisando poi, a stretto giro che: «L’eventuale acquisto avverrà comunque nell’ambito della legalità totale e rispettosi di tutte le leggi nazionali e europee e non vuole essere in contrapposizione con l’azione del governo ma – ha avvertito Zaia – prima di tutto viene la salute dei cittadini». Non solo: entrando nel merito della trattativa, Zaia ha spiegato come la procedura in corso sia con intermediari e ditte che commercializzano Pfizer, Moderna e Astrazeneca. «Quando, speriamo, l’Ue approverà Sinopharm, Sinovac e Sputnik V – ha quindi aggiunto Zaia e riporta Libero – il Veneto parlerà coi grossisti dei due vaccini cinesi e di quello russo».
La stoccata alla Ue e ad Arcuri
E ancora per Zaia: «La disponibilità sarebbe immediata: per il vaccino si tratta di un prezzo più alto di 4-5 volte rispetto a quello del prezzo di acquisto europeo, mentre in un altro caso sarebbe più basso del 10 per cento: una cosa inspiegabile», ha commentato il governatore del Veneto. La discussione è matura e il governatore è pronto ad assestare una stoccata alla Ue: «Io non so quale sia il contratto stipulato dall’Europa e dal nostro Paese, perché non è dato conoscere – ha concluso –. Ma se avessimo davvero la possibilità di avere più vaccini andremmo più in fretta per vaccinare tutta la popolazione». Del resto, aggiunge anche centrando nel mirino indirettamente Arcuri, «all’inizio avevo capito che l’Europa avesse stipulato un contratto chiave per tutto il mercato continentale evitando che ci fossero territori di serie A e B». E proseguendo: «Senza voler fare i bulli, siamo già organizzati. Non ci servono strutture accessorie. Ne faranno una per regione», ha continuato il presidente di Regione, «e noi siamo pronti a cedere la nostra a chi ne avrà bisogno».