Adinolfi sfotte i Maneskin per l’autocensura. La risposta della band: «Siamo ribelli, mica scemi»
Polemiche sui Maneskin, il gruppo rock che ha fatto una sorta di autocensura, togliendo il turpiloquio dal brano vincitore di Sanremo 2021, per renderlo adatto all’Eurofestival. Una scelta che ha scatenato anche le ironie del giornalista cattolico Mario Adinolfi. “Pur di partecipare all’Eurofestival – ha scritto su Twitter il direttore de La Croce – i Maneskin hanno accorciato il brano con cui hanno vinto a Sanremo e cancellato tutte le parolacce”. Ve la immaginate la risposta di Guccini se gli avessero chiesto di farlo dall’Avvelenata? I Maneskin invece sono stati Zitti e buoni'”.
Damiano dei Maneskin spiega i motivi dell’autocensura
La band romana ha risposto, indirettamente, ad Adinolfi e alle altre critiche, durante la presentazione del nuovo album Teatro d’ira – Vol.I in uscita il prossimo 19 marzo. “Non ci ha fatto piacere cambiare il testo per partecipare all’Eurovision, ma c’è una questione di buon senso. Abbiamo pensato che era meglio cancellare una parolaccia, che lascia il tempo che trova, pur di fare una cosa così importante. Siamo ribelli ma non scemi, togliere una parolaccia non cambia il significato della canzone. Tuttavia c’è un regolamento e sarebbe stato sciocco farsi eliminare dal contest”.
Mankesin e autocensura: tolte anche le foto hot da Instagram
Damiano David, voce dei Maneskin, diventato un sex symbol, parla infatti in questi temini dell’autocensura del brano vincitore di Sanremo 2021. Già certificato disco d’oro e che rappresenterà l’Italia all’Eurovision song context. “Anche la foto in cui mi tocco le parti intime – aggiunge – è stata cancellata da Instagram e anche questa non è fondamentale, è inutile toglierla e poi ripostarla, anche perché con Instagram un po’ ci lavoriamo”.
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Scritto interamente dai Maneskin, il nuovo album è stato registrato tutto in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente – luogo da cui hanno presentato l’album con un minilive – rimandando alle atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70, con l’idea e la voglia di ricreare la dimensione live vissuta dal gruppo nel loro primo lungo tour di 70 date fra Italia e Europa. Un disco tutto suonato, crudo, contemporaneo, capace di rappresentare lo stile e il sound della band. La band salirà, con ‘Teatro d’Ira – Vol. I’, per la prima volta sui palchi dei più importanti palazzetti italiani, in un tour di 11 date, alcune delle quali sono già sold-out. “Non so se siamo una rock band – afferma Victoria De Angelis – Di certo non vogliamo incasellarci in una determinata categoria. Non ci sono molti gruppi che. Come noi, suonano con strumenti analogici, ma non ci interessa ciò che dicono di noi, noi facciamo la nostra musica, che vuol dire essere noi stessi”.